’un Marini, d’un Manzú, d’un Couzijn, d’un D’Haese, d’un Moore) e quella che ormai ha abdicato alla «piacevolezza» del tocco manuale o alle lusinghe
Pagina 124
mezzo ancora «pittorico», ma già depurato da ogni piacevolezza di impasti e di pennellate; il secondo, affrontando addirittura la tridimensionalità in
Pagina 136
idolatrato a sua volta esclusivamente per i suoi valori mercantili e le sue quotazioni sulla borsa artistica e non per la sua «piacevolezza» né per
Pagina 33
oggetti una qualità di «gusto», di piacevolezza, quale di solito attribuiamo a molte opere d’arte, anche dei nostri giorni. È questo uno dei punti chiave
Pagina 88