-language) ebbero il grande merito non solo di politicizzare l’arte in un modo nuovo, ma di farlo in maniera tale che il linguaggio da loro usato
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linguaggio plastico odierno, anche la sua decodificabilità ci sembra quanto mai piana: siamo tutti già in possesso degli elementi primi, degli stoiheia
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della «visualità» tout court. A differenza, cioè, di quanto avviene, ad esempio, nel caso del linguaggio verbale, dove l’analisi è rivolta innanzitutto
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Questo stesso fatto, del resto, giustifica, sin dall’inizio, la scarsità delle applicazioni al linguaggio visivo di quel tipo di analisi semiologica
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, valendosi del suo caratteristico linguaggio pittorico, tonale e vagamente surreale, aveva costruito delle modulazioni a rilievo sul soffitto della sala così
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trattazione semiotica delle arti visive - l’autore ricade qui nell’equivoco di rifarsi ogni volta al linguaggio verbale, che gli permetta la precisazione e la
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, dopo una prima ancora incerta fase pop, ha, da alcuni anni, abbracciato una sua forma di linguaggio criptico e altamente metaforico basato soprattutto
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linguaggio molto più libero del secondo e mentre un racconto scritto che sia eccessivamente ermetico rimane il più delle volte incomprensibile (per
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attuale ma inventare un nuovo linguaggio dove il racconto si svolge valendosi dei nuovi segni dall’artista ideati.
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certamente nel caso del linguaggio verbale. Mentre nel caso di quest’ultimo le particelle discrete non potranno essere che fonemi o monemi (o unità più
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del linguaggio verbale.
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parte di semiologi, ma in genere di investigatori del linguaggio e del pensiero, è quello di non voler ammettere l’esistenza d’un pensiero «cosciente
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linguaggio impostato sull’impiego di nuovi materiali tecnologici e dove l’apporto del rigore progettuale si sposa con la presenza d’una fantasia
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Ebbene, tutto questo bagaglio d’immagini si ripresenta nel caso del linguaggio visivo e della comunicazione attraverso le arti visive. Quanto alla
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resi «come se fossero visti» dal loro autore; o sfruttando l’aspetto dell’assurdità percettiva e della asemanticità del linguaggio pittorico astratto
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dei pochi mezzi dove il linguaggio visivo si presenta secondo un’impostazione semiotica diversa da quella di tutti gli altri mezzi espressivi. Vediamo
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; 4) una funzione metalinguistica, che si esercita attorno al linguaggio specifico del mezzo e che può essere ampiamente usata proprio in questo caso
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attraverso un Ersatz semiotico, un linguaggio che è la contraffazione di quello autentico ottenuto con mezzi meccanici (repliche, riduzioni di scala
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L’operazione di Isgrò, sintomatica della possibilità di revitalizzare un linguaggio (verbale) attraverso una sua manipolazione visuale e attraverso
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abburattamento del linguaggio verbale, che va di pari passo con la «sparizione» del personaggio (autore-attore-mimo) e presenta un’embricazione triplice di
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-fantascientifica dove il linguaggio visivo si vale del medium fotografico alterato, deformato, e reso così più ambiguamente cattivante.
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linguaggio in se stesso a presumere l’immagine; ora è l’immagine (presunta) che tende a illustrare l’enigma del linguaggio».
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accennare al fatto che, proprio in questo caso, si può effettivamente constatare la presenza d’una riduzione globale dal linguaggio ad un «metalinguaggio
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approccio sincronico presenta per lo studio dell’arte (e del linguaggio verbale) e per lo studio della filosofia. Mi sembra ovvio, infatti, che per la
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il linguaggio artistico sia assimilabile al linguaggio mitico e rituale (Cassirer, Langer), giustifica il suo essere fuori dalla storia e, in certo
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Questo mi sembra uno dei punti più cruciali di tutto il discorso attorno all’«universalità» del linguaggio artistico (o almeno d’una relativa
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attendibilità. Ritengo che si possa ammettere la presenza d’un tipo di comunicazione tramite il linguaggio artistico molto diversa e più ampia anche se più
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linguaggio artistico di quelle opere non ci è del tutto incomprensibile; siamo in grado di decriptarne almeno parzialmente il messaggio. Sulla base di quale
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falsificazione linguistica, un Ersatz semiotico: ossia attraverso un linguaggio che è la contraffazione di quello autentico (del passato e anche dell
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’ormai classica distinzione 1 carnappiana tra linguaggio comune, linguaggio estetico e linguaggio scientifico. E significa, soprattutto, non
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appannaggi del linguaggio letterario, poetico, artistico in genere, non possono essere, di punto in bianco, annullati solo per compiacere ad una modalità
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evidente dimensione sintattica, della stessa del legame e del nesso - ora lasso ora stretto - intercorrente tra i «segni» del nuovo linguaggio visuale
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spaziose e scintillanti a quelle limitate e minutissime, dove si snoda l’immensa varietà del suo linguaggio appoggiato alla delicatissima opalescenza
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loro simbolismo quanto mai «decadente» - parlano un linguaggio del tutto diverso da quello dei coevi nostri macchiaioli, o anche dei coevi (e certo più
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modificare sostanzialmente il loro precedente linguaggio (come un Perilli, un Bernik, un Wagemaker) per rinnovarsi. Persino grandi maestri come Mirò
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parentela con un linguaggio che oggi ci è assai familiare, quello appunto cotidianamente trasmesso dalle pagine di giornale, dai rotocalchi, dalle
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Attraverso, cioè, un racconto che sprizza tenerezza, humour e simpatia, limpido nel suo linguaggio sia pure tradizionale, e servito egregiamente
suo linguaggio, pur usufruendo di un vocabolario ristretto, è preciso; e l'accento siciliano si sente solo a tratti. Liggio ha parlato; ha voluto
con un linguaggio ormai rituale negli ambienti di partito. E lui, Gino Colombo, grosso nome del potere bianco milanese, è furente: «È stata una
, molto corto. A tratti II volto ruota verso gli avvocati della parte civile; non sorride più; Liggio s'è calato dentro questo linguaggio un po' difficile