agli anni cinquanta; e d’altro canto per riaffermare che - nonostante i motivi commerciali dominanti in quelle opere - la qualità creativa e
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creativa!
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ad una diversa impostazione creativa dell’uomo, ma è cambiando l’impostazione sociale economica culturale dell’umanità che anche i prodotti della
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creativa e soprattutto del sorgere e proliferare di sperimentazioni che si distaccano da quelle fino a ieri consuetudinarie.
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Fontana e un Colla - anche se anagraficamente più «vecchi» - non lo erano certo come inventiva e audacia creativa. Come, del resto, lo è un Munari
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vivace spinta creativa; e questo panorama - nonostante l’assenza volontaria o involontaria di alcuni artisti - corrisponde in modo esatto alla
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sempre dinnanzi a sé un’indispensabile «oggettualizzazione» della sua «idea creativa», che finisce per condurre inevitabilmente al costituirsi d’una
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primo dubbio sull’effettiva capacità «creativa» della macchina - partendo dal presupposto che ogni categoria artistica debba conservare immutabili le
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trasformare il mero dato scientifico, geometrico, matematico in una entità vivente, dotata di autonomia creativa.
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normatività (autonormatività) d’ogni poetica, dunque d’ogni autonoma operazione creativa (poietica) da parte dell’artista.
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A credere in una simile evoluzione della situazione artistica e in genere creativa ci porterebbero alcuni, per ora timidi tentativi già in atto e che
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fase creativa - quella che altrove ho battezzata «neoconcretista» - che si vale cioè di uno studio dell’elemento percettivo, microstrutturale, tissulare
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In realtà il merito del critico (se di merito si può parlare: giacché è ben scarsa la sua influenza sull’attività creativa vera e propria!) è forse
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