Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: arti

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Il divenire della critica

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Dorfles, Gillo 40 occorrenze

un esempio quanto mai evidente delle possibilità della sua «arte spaziale» di fungere da integratrice tra la architettura e le altre arti visuali

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visualità. Se nel settore delle arti letterarie è impossibile o pericoloso svincolarsi totalmente da quei nessi sintattico-semantici che, legando tra di

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Non è certo facile compiere un bilancio delle numerosissime posizioni che la semiotica delle arti visive ha assunto negli ultimi tempi; anche perché

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. Siamo dunque a un punto dell’evoluzione artistica in cui si tende a rivalutare certe conquiste non-figurative delle arti visuali, valendosi di nuovi mezzi

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prevalere della ricerca spaziale nelle arti visuali.

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Non è certo la prima volta che si parla di «spazio» a proposito di arti plastiche e visive, e non merita conto qui di riprendere il discorso attorno

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Damisch al I Congresso internazionale di semiotica)1 che in un certo senso riassume molto del lavoro compiuto sin qui dagli studiosi delle arti visive che

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delle arti visuali si tratterà pur sempre d’un’opera in sé conchiusa, con sue precise caratteristiche di «pregnanza estetica»; e credo che questa

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Come è noto Fontana si batteva già da anni per un rinnovamento di pittura e scultura, nel senso di dare a queste arti delle nuove e maggiori

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rapporto - sempre così confuso - tra le diverse arti. A dimostrare cioè, in primo luogo, la possibilità di utilizzare monumenti antichi a scopi moderni

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trattazione semiotica delle arti visive - l’autore ricade qui nell’equivoco di rifarsi ogni volta al linguaggio verbale, che gli permetta la precisazione e la

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Si può parlare d’un tendere delle arti plastiche verso l’elemento letterario? Forse, solo parzialmente. È però significativo che, proprio oggi

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ad un processo di integrazione e di interrelazione così da permettere alle singole arti di attivarsi a vicenda e di ritrovare una maggior possibilità

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serie». Ho spesso avuto occasione, in passato, di compiacermi per il fatto che anche le «arti pure» attingessero a quelle industrializzate alcuni metodi

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Ho spesso avuto occasione, in passato, di considerare come nettamente positivo il fatto che anche le arti «pure» (scultura, pittura) potessero

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un epoca in cui la scultura (e anche la pittura dato che ormai i confini tra le due arti sono il più delle volte scomparsi) doveva adeguarsi ai metodi

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fatto d’un’evidente ingerenza del mercato americano in quella che è la più colossale esposizione europea di arti visive.

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situazione delle arti plastiche appare nettamente dominata da alcuni aspetti che sono del resto intimamente legati al tipo di «società dei consumi

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delle arti visive (anche nei dipinti più esplicitamente figurali). D’altro canto è proprio l’indeterminatezza del medium pittorico-plastico, la sua

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modulazione spaziale, sono affrontati anche dei problemi di interrelazione con le altre arti. Nei suoi «sistemi disequilibranti» e nei suoi «caschi

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Ebbene, tutto questo bagaglio d’immagini si ripresenta nel caso del linguaggio visivo e della comunicazione attraverso le arti visive. Quanto alla

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’instaura tra l’immagine presente sul video e lo spettatore. Questo legame è impossibile nelle altre arti visuali, ed è molto ridotto persino nel cinema

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, ovviamente, corrispondeva alle esigenze di quel particolare periodo storico. La funzione socio-politica della pittura e in genere delle arti figurative veniva

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era stata pressocché abolita nella maggior parte dell’avanguardia pittorica del nostro secolo. Il valore gnoseologico, conoscitivo, delle arti visuali

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in questo stesso volume) - è ormai un fenomeno ben noto che, nelle arti visuali, ha visto la massiccia produzione di opere dove la stessa pittura, o

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portano a preconizzare l’esistenza dei due tipi di operazioni. Questo fenomeno vale per l’architettura come per le altre arti visive (si vedano

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una crisi dell’oggetto, tanto nel campo dell’estetica industriale che in quello delle arti plastiche, era evidente; ma era meno logico che tutti si

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senso di trasformarsi delle arti figurative, della musica, della plastica, in un’azione dell’uomo che si serve del proprio corpo (del Leib come avrebbe

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sembrare ermetiche, cerebrali, o gratuite ed epidermiche, e soprattutto lontane da quelle così comode partizioni in «arti dello spazio e del tempo», oppure

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nostre arti visuali.

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, di architettura e scultura, di musica e pittura, ecc. Tanto che molto spesso non avrebbe senso catalogare tra le «arti visuali» degli spettacoli che

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, almeno per quanto riguarda il settore delle arti visuali.

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organi sensoriali e di organi riproduttori, di bocche e di sessi, di arti e di scheletri, che sono nella realtà solo simulacri analogici, tali da

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, dovevano costituire il punto di partenza per quelle ricerche di interazione tra le arti: tra pittura scultura e architettura, tra arte e industria

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visuale. Potrei citare, così, una mostra di «sintesi delle arti», un’altra di «arte totale», dove, accanto a quadri e oggetti plastici, furono esposti

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aver avvertito, tra i primissimi, l’urgenza di immettere il movimento nelle arti visuali, sia mediante la scomposizione di forme attraverso la luce e

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fornire un’analisi della situazione effettiva in cui si dibattano le arti visuali ai nostri giorni tenendo conto di quanto la mostra veneziana ci

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persuadere), tutta una folta schiera di studiosi, di «intenditori», di esperti delle arti visuali, che molte delle sacrosante nozioni che avevano sorbito con

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architettura «radicale», e nelle arti figurative dell’arte povera, delle correnti concettuali, dell’art-language, della land art, della narrative art

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fenomeno dell’obsolescenza estetica (al quale ebbi ad alludere sin dal lontano 1952, nel mio Discorso tecnico delle arti) sia effettivo e preoccupante

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