larvato ritorno a modi impressionisti con l’unica differenza d’aver abolito la figurazione; e lo prova, a Venezia, l’inutile riproposta di uno
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Venezia), o quelli di paesi nettamente sottosviluppati artisticamente ed economicamente, buona parte delle opere presentate dalle nazioni di primo piano
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I nomi più prestigiosi di tale indirizzo riapparvero nelle diverse competizioni dell’annata (da Venezia a Kassel) provocando ogni volta una certa
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A Venezia, per contro, la presenza d’un padiglione americano del tutto anodino e privo di mordente e l’assenza di artisti di punta presso i
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Anche limitando il nostro discorso all’Italia possiamo ricordare quanto è accaduto a Milano contro la Triennale, a Venezia contro la Biennale, a
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coerenza degli altri rifiutato di partecipare alla Biennale di Venezia, abbia addirittura preferito rinunciare - almeno temporaneamente - alla
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Ma la «figuralità» su cui mi preme oggi d’indagare è di tutt’altro genere: è quella - come dissi - d’un Dubuffet (che a Venezia purtroppo non compare
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. Corrente che comprende - per far solo alcuni nomi - un Dorazio, un Mack, un Piene, e che a Venezia presenta soltanto De Luigi, indubbiamente in una fase
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una neodadaista (Nevelson) e di una neoconcretista (a Venezia praticamente assente), accanto ad un quasi totale declino delle posizioni postcubiste
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