quell’anno e seguiti, attorno al 1958, dai «quadri con tagli». Prima di considerare da presso queste due serie di lavori vorrei peraltro soffermarmi a
critica d'arte
Pagina 105
Ma cerchiamo ora di analizzare un po’ più minutamente la serie dei «buchi» e dei «tagli».
critica d'arte
Pagina 106
buchi e i tagli, di tele monocrome, dipinte con colori netti e timbrici, doveva preludere a quella rivoluzione contro l’informale che altrove fu molto
critica d'arte
Pagina 106
Un discorso analogo a quello dei buchi vale anche per i «tagli»: anche qui si tratta quasi sempre di vaste tele monocrome, segnate da uno o più tagli
critica d'arte
Pagina 107
opere dove i fori o i tagli sono eseguiti in maniera meccanica sopra lamine metalliche o lignee realizzate quasi industrialmente.
critica d'arte
Pagina 107
Un altro genere di applicazione dei tagli a cui l’artista si era dedicato durante un breve periodo (1960) fu quello dei «quanta». Il nome, ovviamente
critica d'arte
Pagina 107
sbozzati, e nei quali l’artista inseriva un profondo squarcio, l’equivalente plastico dei suoi tagli. La sensazione d’una corposità quasi carnale di
critica d'arte
Pagina 107
», «volti», rimangono tuttavia quanto mai ambigui e costituiscono una sorta di controfigura all’ambiguità «cosmica» dei fori e dei tagli.
critica d'arte
Pagina 108
. Così, accanto ad una prolungata creazione di dipinti basati su tagli e fori (e questi ultimi come dissi anche eseguiti semindustrialmente negli
critica d'arte
Pagina 108
marmo e del bronzo. Molte delle opere che Fontana creò negli anni successivi - i suoi quadri con tagli e buchi - costituivano praticamente un’indicazione
critica d'arte
Pagina 140