aspetti artistici. Questo «divenire della critica» è, secondo me, legato più di quanto non sembri a precise ragioni socio-politiche e socio-antropologiche.
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figurazione stantia, anchilosata, accademica, celebrativa magari di episodi ed eventi socio-politici e bellici nobilissimi, ma del tutto avulsa da quelle
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della posizione socio-politica e «resa» di tale posizione.
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davvero limitare il nostro discorso a una semplice e astratta analisi di quadri e statue, ma occorre impostarla sulla base di quelle premesse socio
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-semiotico. Per il momento entrambi hanno la loro importanza ed entrambi devono mirare ad un maggior equilibrio socio-estetico della nostra civiltà.
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È a questo punto che vorrei innestare il mio discorso a proposito dei valori socio-estetici che risultano presenti in alcune forme di recente arte
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d’un nuovo interesse socio-politico. Interesse che possiamo scorgere, ad esempio, nell’opera di un artista come il tedesco J. Beuys (nelle sue
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, ovviamente, corrispondeva alle esigenze di quel particolare periodo storico. La funzione socio-politica della pittura e in genere delle arti figurative veniva
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socio-politici da parte dell’idea costitutiva dell’opera, per cui l’opera stessa è concepita in funzione di tali contenuti. Naturalmente non bastano
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rispecchianti la nostra epoca (guerre, lotte di classe, prigionia, tortura...) ma l’utilizzazione di temi socio-politici (o anche scientifici
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cose dal punto di vista socio-politico. Ne abbiamo già oggi degli esempi anche se marginali e paradossali: la pittura-scultura infantile, quella dei
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raffronto con gli eventi socio-politici e antropologici di questa particolare tappa della nostra civiltà.
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