1948-49 e che dovevano costituire la «trovata» più nota e popolare dell’artista: ossia quelle rappresentate dai «quadri con buchi», iniziati appunto in
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contrari di ipertelia, ossia di eccessiva consapevolezza, o meglio preoccupazione, nei meccanismi atti al raggiungimento d’un determinato telos. Per cui l
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» (ossia al noto processo già indicato da Šklovskij, per cui un elemento linguistico tolto dal suo normale contesto e trasferito ad altro, viene a subire
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ambientale, e questo per ragioni esclusivamente «contingenti», ossia per l’impossibilità di introdurre attraverso le aperture della sala una grossa sagoma
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Per parte sua Simonetti riesce - con mezzi analoghi a quelli di Baruchello, ossia attraverso una minuta composizione di segni grafici e di collages
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Oggi che siamo ben coscienti di ciò (ossia sappiamo come l’arte non si possa fare sulla base di ricette politiche o ideologiche) dobbiamo peraltro
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«minimal art», ossia di quelle opere, in gran parte costruite su progettazione dell’artista di vaste dimensioni e sfruttanti per lo più i nuovi materiali
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ad affermare quanto ho detto più sopra (e altrove) ossia come, tanto l’iconicità, quanto la semanticità dell’opera d’arte figurativa, non
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Si è detto e ripetuto più volte che tutto milita a favore della «non-concettualità» dell’arte visiva; ossia che il «pensiero artistico» - se pure
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Celant, presso l’editore Mazzotta di Milano) dal titolo di Arte povera o l’attitudine al precario. Infatti, credo che l’attitudine al precario, ossia ad
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, altrettanto non si può dire per molte altre. Soprattutto non si può dire per il loro ripetersi. Ossia queste operazioni, il più delle volte
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importanti legami con l’ambiente teatrale, musicale) possa costituire un importante stimolo ad una rivalutazione dell’attività degli intermedia - ossia di
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Intervento (artistico) nel paesaggio, sul paesaggio: ossia immissione entro la natura d’un elemento estraneo; oppure: azione sulla natura, sopra un
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didattico attivo: ossia attraverso la creazione di materiale direttamente da parte del discente.
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» tra trasmittente e destinatario; 3) una funzione conativa, ossia di tipo imperativo che contiene ingiunzioni e avvertimenti diretti allo spettatore
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la tendenza anoggettualizzante: ossia la tendenza ad aggrapparsi al concetto (all’idea, all’immagine), prescindendo, o escludendo l’oggetto; mettendo
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pseudoartistico del Kitsch. Il Kitsch - ossia la non-arte, l’oggetto che ha ogni apparenza artistica senza averne la sostanza - è venuto in luce soltanto
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ambivalente», ossia dei pannelli portatori di segni a mo’ di stalattite-stalagmite, i quali compongono una fitta griglia dove il segno ripetuto
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del «contenitore indifferenziato» (ossia d’un genere di architettura antitipologica e, in definitiva, antisemantica) che certamente ha costituito uno
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ricondurre al progetto senza oggetto, ossia all’ideazione dell’elemento progettuale che non giunge, e addirittura non intende giungere, sino alla
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sequenze del film di Jacopetti Africa addio: ossia, se nell’opera d’arte è lecito andare contro la cosiddetta morale corrente; se antiquati schemi
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contrapposizione e identificazione tra una Kunstwissenschaft e una Geisteswissenschaft; ossia - giacché in italiano i due vocaboli non esistono - tra una
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-antropologici. Si tratta di quello che potremmo definire un approccio strutturalista della Kunstwissenschaft; ossia un approccio alla conoscenza dei fenomeni
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): quello dell’arte concettuale (nelle sue manifestazioni più tipicamente avulse dall’oggetto e da ogni edonismo oggettuale) e quello del Kitsch, ossia
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sarebbe difficile offrirne numerosi esempi. Questo fatto rientra nel novero d’un’osservazione che ho spesso avuto occasione di fare: ossia della non
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d’una dimensione sintattica nel senso carnapiano del termine che intendo interessarmi, ossia dei legami intercorrenti tra i segni stessi più che di
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quelle che potremmo definire come «ricerche di gradienti di microstrutture» (per dirla con Gibson), ossia come l’intento - approssimativo ma
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già preformato, di già vissuto, impegnato, qualcosa che presenta e decanta un passato esistentivo (ossia un passato di vita vissuta dall’oggetto
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distinti. Come pure, a mio avviso, dovrebbero andare distinte le «opere mobili» (ossia in grado di essere messe in moto passivamente, come quelle d’un Calder
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) ossia come frammento lacerato, repellente, come lamiera contorta, come rottame amorfo, o come stolto assemblage di suppellettili varie accatastate a
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Il problema della Verdinglichung, della «reificazione» - ossia del «diventar cosa» dell’uomo e dei prodotti umani, doveva costituire una delle più
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