attribuita, e situarla invece nel contesto della più autentica produzione plastica della nostra epoca. Un’altra premessa inoltre mi sembra opportuna: molto
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operativo, finiva, in realtà, per realizzare qualcosa di molto diverso e spesso con dei resultati ben superiori a quelli che le sue teorizzazioni
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«oggettuali» che ebbero in seguito a dipendere molto più da presso dagli influssi esercitati su di loro dal nostro artista (come Castellani, Bonalumi
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buchi e i tagli, di tele monocrome, dipinte con colori netti e timbrici, doveva preludere a quella rivoluzione contro l’informale che altrove fu molto
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. Il discorso era molto diverso all’epoca del primo futurismo. Allora, quando Marinetti glorificava e invocava dannunzianamente la macchina, lo faceva
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giorni; e come tale non deve essere deprecata: l’opera d’oggi molto spesso è più prossima all’accadimento, allo happening, all’evento, allo
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Comunque, a prescindere dagli esempi paradossali di ipertelia, molto spesso - e questo mi sembra un fatto positivo di cui si deve tener conto - si
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Ebbene, l’impatto prodotto dalla macchina rudimentalmente operante di Tinguely è molto decaduto se lo si confronta a quello di alcune sue primissime
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pittore molto lontano da queste tendenze, perché Tadini, nella sua mostra da Marconi, abbia sacrificato le raffinatezze chiaroscurali e addirittura
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Damisch al I Congresso internazionale di semiotica)1 che in un certo senso riassume molto del lavoro compiuto sin qui dagli studiosi delle arti visive che
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D’altro canto nella mostra di Foligno venivano a confluire esperienze di generi molto diversi tra di loro che traevano la loro origine da settori
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’adeguatezza a nuove esigenze spaziali di tendenze tra di loro molto diverse, anzi contrastanti e di solito tenute distinte e considerate nemiche. Ecco
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linguaggio molto più libero del secondo e mentre un racconto scritto che sia eccessivamente ermetico rimane il più delle volte incomprensibile (per
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dell’ultima generazione romana che - con una sua tecnica molto personale - ci ha dato delle ampie composizioni basate sull’impiego di silhouettes di
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Dicendo «disimpegno» ho inteso ovviamente richiamarmi a motivi squisitamente politici ma anche, subito, controbattere gli stessi. Si è parlato molto
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regola — (o anche un’opera molto più ordinata e strutturata come quelle di un Klee o di un Miró) - e ne isolo artificialmente un frammento, ingrandendo
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realizzabile se non con estremo artificio (mentre lo è molto di più nel caso dell’architettura proprio per la sua particolare natura progettativa e
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lavoro preparatorio molto più disinteressato e paziente, e non, come oggi, con un lavoro che è quasi totalmente asservito - già in partenza - a fini
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- basato in buona parte sull’elencazione di fotogrammi tolti ai film dell’artista, girati «dal vivo» nel suo atelier - è un documento molto
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, se le opere d’un King o d’un Judd e di un Morris riescivano ancora a riscuotere il plauso del pubblico, era ovvio che un plauso molto minore
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Dobbiamo allora accettare il termine di «arte povera» proposto molto accortamente da Germano Celant? ma con il pericolo del facile pun: arte povera
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L’attuale panorama artistico italiano è particolarmente folto di impulsi nuovi e disparati: sarebbe molto arduo darne un quadro compiuto. Tanto più
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considerare le singole personalità come parzialmente legate al loro paese d’origine. L’Italia è ancora un paese molto differenziato e colmo di diversità
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, molto al di là dell’oggetto povero, servendosi, ad esempio, di cavalli esposti in una galleria, d’una donna, nuda e incinta, sul cui ventre passeggiano
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’instaura tra l’immagine presente sul video e lo spettatore. Questo legame è impossibile nelle altre arti visuali, ed è molto ridotto persino nel cinema
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alcatorietà, di randomità offerta dall’elaboratore sia d’un genere molto diverso da quella offerta dalla mente umana. Anche se ci serviamo dei cosiddetti
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perché gli stessi rapporti di arte e società sono in questo periodo molto complessi e compromessi da pregiudizi e da equivoci.
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Se, comunque, ci limitiamo a considerare il territorio dell’arte visuale come si è venuta evolvendo nell’ultimo trentennio circa, potremo molto
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Le recenti indagini semiotiche, tuttavia, ci hanno insegnato come molto spesso un signifiant (nel senso saussuriano del termine) possa mutare di
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Molto spesso, nel momento attuale, l’arte si costruisce i suoi «codici» molto prima che questi siano o possano essere decriptati dal grosso pubblico
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, sia indispensabile, molto spesso, far ricorso a strumentari semiologici, che ci permettano, se non altro, di analizzare un’opera anche al di fuori d
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Si è ragionato molto negli ultimi tempi di body art e si è discusso molto, anche troppo, di arte concettuale, situazionale, microemotiva... Ma forse
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; mentre nel caso di alcuni di questi operatori, il resultato appare molto ambiguo. Che poi, ragioni di carattere psicologico e psicanalitico (come quelle
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Un esempio molto curioso e significativo di questa nuova teatralità plastico-musicale-mimica lo si è avuto di recente con una rappresentazione dell
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Si trattava di modulazioni molto semplici come stesura melodica, spesso basate su intervalli di mezzi o quarti di tono (rispetto al «pedale
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per quanto concerne la filosofia le cose non sono del tutto pacifiche: molto spesso il pensiero filosofico ha effettuato dei passi innanzi (o
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), non può meravigliare; anche perché molto spesso è legato a esigenze etiche, sociali, politiche, che solo in quel determinato periodo si sono riaccese. E
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, in aree molto finitime, di indirizzi artistici del tutto opposti e tra di loro non osmotici... Tutto ciò ci permette di affermare come spesso esistano
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anche molto posteriori a quelle della sua produzione.
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pensiero filosofico molto spesso coincide e collabora con la creazione artistica d’una data epoca, in assenza di dati (scritti) di detto pensiero i momenti
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«stilistica» che, come dissi, appare molto più vicina e «sympathetica» alla nostra odierna delle altre.
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dirompenti di quanto in effetti non siano). Certo, il nostro giudizio di gusto rimane molto aleatorio quando viene rivolto verso opere che non hanno un
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, di architettura e scultura, di musica e pittura, ecc. Tanto che molto spesso non avrebbe senso catalogare tra le «arti visuali» degli spettacoli che
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; e questo proprio oggi che, come dissi dianzi, la pittura molto spesso è ridotta alla macchia, al dinamismo del gesto, al ritmo del «foro», alla
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operazioni più recenti, e probabilmente di alcune future, ciò non toglie che sarebbe molto semplicistico voler ricondurre di colpo ogni forma di attività
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Dobbiamo attendere il 1960, comunque, per vedere uno sviluppo ulteriore e questa volta molto più vasto dell’arte cinetica in Italia: intorno a quest
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Fontana o il Porte-chapeau sono molto ma molto diverse dalle odierne (come lo sono nel caso del famoso ferro da stiro chiodato di Man Ray ecc
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Come dovremo allora considerare gli odierni «oggetti trovati» più o meno modificati, integrati, rettificati, dell’arte pop? In maniera molto, se non
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oggettualità naturalistica. La presenza invece di cifre, lettere, sigle, molto spesso sostituisce pienamente quella di oggetti, come li sostituisce, nelle ultime
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Molto, troppo spesso, si tratta d’un’adozione forzata, sovrimposta, che utilizza solo estrinsecamente le locuzioni delle odierne analisi semiologiche
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