Calzolari, anche questi proteso piuttosto alla realizzazione di spunti dove s’incarni l’idea che di opere fruibili per la loro pesante corporeità.
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’assoluta pregnanza concettuale d’un’arte dove, a contare, non è più né il materiale usato, né la gradevolezza formale, ma solo un’idea, un concetto
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pur piccola parte del pubblico l’idea che si possa «far arte» anche con la natura, nella natura, contro la natura; e per aver posto in luce il
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sempre dinnanzi a sé un’indispensabile «oggettualizzazione» della sua «idea creativa», che finisce per condurre inevitabilmente al costituirsi d’una
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la tendenza anoggettualizzante: ossia la tendenza ad aggrapparsi al concetto (all’idea, all’immagine), prescindendo, o escludendo l’oggetto; mettendo
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socio-politici da parte dell’idea costitutiva dell’opera, per cui l’opera stessa è concepita in funzione di tali contenuti. Naturalmente non bastano
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Il passaggio dall’idea al segno, e dal segno all’idea, è una delle peculiarità di molte di queste opere.
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artisti concettuali, per i quali l’opera stessa consiste prevalentemente nel concetto, nell’idea di cui viene offerto un progetto (spesso limitato ad
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Un’idea metastorica del «Bello» quale veniva proposta da Hegel (e che lo stesso Marx in parte sembrava accettare, almeno nella nota affermazione: «è
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Rothko è dunque agli antipodi di Tobey (e l’affiancarli nel padiglione americano è stata un’ottima idea del commissario Porter McCray), è agli
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assurdi «mostri» meccanici. L’idea del robot umanizzato, o meglio l’idea d’un organismo costituito con le scorie e i detriti della nostra civiltà
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La XXX Biennale avrebbe dovuto forse essere, nell’idea di molti, specie di coloro che avevano da lungo tempo preparato la campagna pubblicitaria
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