Sempre nel periodo attorno agli anni cinquanta (e precisamente dal 1948 al 1958) dobbiamo ancora notare la presenza nell’area lombarda d’un altro
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, è un altro fenomeno che non possiamo ancora illustrare e di cui dobbiamo lasciare che sia la storia a decidere).
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tra le due guerre, non dobbiamo dimenticare che, quasi sempre, si trattava di tentativi limitati al quadro da cavalletto, o a postulazioni meramente
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Oggi che siamo ben coscienti di ciò (ossia sappiamo come l’arte non si possa fare sulla base di ricette politiche o ideologiche) dobbiamo peraltro
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Dobbiamo allora considerare quest’arte come già esausta, già desueta, già destinata a lasciare il posto a qualcosa d’altro?
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È forse qui il punto dolente, e la spiegazione delle attuali rivolte contestative? Dobbiamo auspicare un ritorno a quel periodo che una decina d’anni
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desiderata degli artisti più impegnati, non solo artisticamente ma socialmente impegnati? Dobbiamo citare, qui, per quanto riguarda l’Italia, la serie di
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Dobbiamo allora accettare il termine di «arte povera» proposto molto accortamente da Germano Celant? ma con il pericolo del facile pun: arte povera
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in Gianni Colombo e Enzo Mari), dobbiamo ora prendere in considerazione altri due artisti che - pur appartenendo alla corrente non-figurativa - fanno
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di cui dobbiamo tener conto anche agli effetti d’una critica della stessa.
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necessaria creatività, là noi possiamo e dobbiamo riconoscere l’esistenza d’un vigile pensiero; d’un pensiero che, se ha dato vita ai barlumi d’una operazione
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giudizi critici, su effimeri dati storici, dobbiamo per forza far ricorso ad una sistemazione più vasta dei valori che ci si presentano dinnanzi agli
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È questo un lato deteriore e certo pericoloso dell’attuale momento culturale; ma dobbiamo considerarlo come del tutto negativo? Intendo dire che - se
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Dobbiamo attendere il 1960, comunque, per vedere uno sviluppo ulteriore e questa volta molto più vasto dell’arte cinetica in Italia: intorno a quest
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Fino a che punto dobbiamo considerare le composizioni dell’artista austriaco come espressioni d’una vena allucinata, come proiezioni d’una coatta
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dobbiamo considerare, anche perché è solo questo che possiamo veder replicato o proliferato in molte delle creazioni attuali basate sull’elemento oggettuale.
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Oggi, a distanza di un paio di decenni, dobbiamo constatare che eravamo, solo in parte, nel giusto allora.
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chiudersi l’epoca in cui l’arte d’avanguardia costituiva un pasto privilegiato per pochissimi? o dobbiamo, ancora una volta, considerare queste forme d
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