Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il divenire della critica

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Dorfles, Gillo 35 occorrenze

, Crippa, De Luigi) dovevano tosto seguire vie assai diverse che sfociarono vuoi verso un più generico informale (come nel caso di Bacci, di Morandis, di De

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attorno e dopo gli anni sessanta. E per far solo qualche nome: gli OHO di Lubiana, il Grupo de los trece1 di Buenos Aires (facente parte dello

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; infattigli organizzatori della mostra (Marchiori, Apollonio, Calvesi, De Marchis, Dorfles) per prima cosa pensarono di invitare Fontana a ricostruire

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E, infatti, fu quanto si verificò in realtà: era prevedibile ad esempio, che degli artisti cinetici come Colombo, Boriani, De Vecchi, e i Gruppi N, T

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Ricorderò così l’ambiente After Structure di Gianni Colombo e Gabriele De Vecchi, consistente in uno spazio a percorso permutabile le cui pareti

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Potrei ancora ricordare, accanto ai due ambienti basati su effetti stroboscopici di Boriani e del Gruppo Mid, un altro ambiente, come quello di De

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sont les siens, d’espacement, de cadrage, d’éclairage, de "déformation” etc., tous artifices qui n’empruntent pas de l’ordre discursif, ni même de l

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lineare, macchie, ecc.), e prima di tutto lo stesso colore, «ne se laissent en aucun cas déclarer au titre de signe, ni même d’unité», potremo

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-americano del neoplasticismo di De Stijl); ma certo non possiamo più considerare «arte del nostro tempo» quella d’un Diebenkorn (per non citare che il

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dinamico che - al suo «stato puro» - viene confermato dall’ambiente cinetico di De Vecchi, scelto come uno dei rappresentanti più raffinati delle

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triadique de la représentation et que dans cet ordre même quelque chose échappe à cette relation»1. E qui vorrei anche ricordare le parole stesse di

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mostre allestite da Plinio De Martis presso la Tartaruga di Roma col titolo generico di «Teatro delle mostre», proprio a indicare l’insoddisfazione di

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De Martis nella sua galleria «La Tartaruga» di Roma nella scorsa primavera (1968). Si trattava allora d’una serie di mostre dove, al posto di opere

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Maino) gli operatori di questa tendenza, mentre molti dei presenti si esibivano con opere già note e scontate (Massironi, De Vecchi, Biasi) o con

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, De Campos, Pignotti, Isgrò, e infiniti altri.

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Forse soltanto i tentativi di earth art e land art (Oppenheim, De Maria) furono inizialmente piuttosto americani che europei, anche in questo caso

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piano (come Pollock, Kline, De Kooning, Rothko, Rauschenberg, Johns, Dine, Warhol, Lichtenstein, Oldenburg, Stella, Judd, Smith, fino a Bruce Nauman

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espressioni del folklore artigianale, dall’altro ad un mondo magico quale fu quello della cosiddetta «pittura metafisica» di De Chirico. È a quest

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, Calzolari a Bologna, Kounellis a Roma, cui dovevano seguire le diverse correnti concettuali (Paolini, De Dominicis, Vettor Pisani, Penone, ecc.) - le

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Meno originali le operazioni di alcuni «comportamentisti» romani (De Dominicis, Vettor Pisani) che si valgono soprattutto della manipolazione dei

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Credo, tuttavia, che l’avvento dell’arte concettuale (che, in altri paesi, come ad esempio in Argentina, con l’Arte de sistemas, ha trovato

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spagnoli Yturralba e Camarero (quest’ultimo direttore del Centro de Calculo dell’Università di Madrid, uno dei centri più efficienti e impegnati). Molti di

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spirituali); o, per rifarsi ad esempi più insoliti e distanti, nella cosiddetta «Arte de sistemas» argentina (un raggruppamento di giovani artisti che fa

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artistiche - siano esse prevalentemente concettuali (Agnetti, Penone), «povere» (Anselmo, Kounellis, Merz), comportamentali (Prini, De Dominicis), poetico

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limitato: rinascita fenomenologica a qualche decennio dalla morte di Husserl; interesse per Peirce, Vailati, De Saussure a una generazione di distanza

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un solo livello significativo; e afferma che l’arte d’oggi ha da essere monosemica e cioè deve «quitter le domaine de l’image expressive pour explorer

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si identifica con alcune correnti artistiche retrograde (come era accaduto con l’art pompier1 a fin de siècle, e come accadde ai nostri giorni col

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’un Paolozzi, d’un De Kooning, in questo senso. Quello che ritengo - e ho sempre ritenuto - improbabile e controproducente per l’arte d’oggi, è il suo

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acquistano rilievo e volume, si è dedicato di recente Gabriele De Vecchi che in precedenza aveva studiato altre superfici vibranti e superfici su cui

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. Corrente che comprende - per far solo alcuni nomi - un Dorazio, un Mack, un Piene, e che a Venezia presenta soltanto De Luigi, indubbiamente in una fase

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consentito di ottenere una vivacità e una quasi assoluta «identificazione» ambientale dell’immagine pittorica con quella dell’autentica tranche de vie che vuol

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’uomo dell’antico Giappone precolombiano, Il battello Babele, ovvero i 16 fiumi sono arrivati, Spirale nella pioggia d’oro, Epoque spiraloide de la mer

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sneeze?, À bruit secret, Air de Paris, Porte-Bouteille, Objet-Dard, Peigne e via dicendo.

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Johns (i due «padri della pop art») c’è una costante volontà di fare dell’autentica «pittura» non altrimenti di quanto vi fosse in un Pollock o in De

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(Signac, Seurat), secessionisti (Van de Velde), costruttivisti (Pevsner, Gabo), concretisti (Kandinskij, Van Doesburg, Vantongerloo), ecc. per non parlare

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