’arte «spaziale» che superasse i limiti del quadro da cavalletto e fosse capace di trascendere i limiti della superficie della tela o del volume della
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Da quanto ho detto sin qui spero che risulti chiara l’importanza che l’arte di Fontana ha avuto in questo periodo centrale della metà del nostro
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riaccostarsi a un genere di arte neoconcreta, non lontana da quella degli artisti ora ricordati, anche se basata sopra ricerche d’ordine percettivo e
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Questi artisti, dunque, adottando - vuoi consapevolmente che non - alcuni moduli dapprima introdotti dall’arte concettuale (e dalla land art, e art
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La situazione dell’arte visuale, nel momento storico che stiamo attraversando, si trova ad essere particolarmente complessa proprio per la necessaria
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Oggi che siamo ben coscienti di ciò (ossia sappiamo come l’arte non si possa fare sulla base di ricette politiche o ideologiche) dobbiamo peraltro
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in tempi non lontani di «arte impegnata» e si è anche molto ragionato della necessità d’un disimpegno, non appena si è potuto constatare che la
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Hegel, sbandierando una «morte dell’arte» che il filosofo avrebbe pronosticato e rivolto proprio alla nostra arte, mentre, invece, egli semmai la
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Dobbiamo allora considerare quest’arte come già esausta, già desueta, già destinata a lasciare il posto a qualcosa d’altro?
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dei consumi» e delle relative forme d’arte. L’arte degli ultimi lustri ha dimostrato chiaramente - l’ho precisato, credo, a sufficienza analizzando le
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Ebbene è proprio questo Urteil, questa necessità d’un giudizio attorno all’opera d’arte, che è venuto spesso a mancare di recente e che oggi si
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Non dunque soltanto un’«arte come specchio della società», ma «una società come specchio dell’arte». In una società, dove l’odierna feticizzazione
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Si è detto e ripetuto più volte che tutto milita a favore della «non-concettualità» dell’arte visiva; ossia che il «pensiero artistico» - se pure
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Dobbiamo allora accettare il termine di «arte povera» proposto molto accortamente da Germano Celant? ma con il pericolo del facile pun: arte povera
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Vogliamo allora parlare come alcuni propongono di «arte microemotiva»? Ma, quanto a emotività, quasi tutta l’arte oggettuale e strutturale si trova
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La prima corrente, che in Italia ebbe una rapida e precoce fortuna con il formarsi dei gruppi d’arte cinetica (Gruppo N, e Gruppo T) e di arte
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» dell’arte cinetica e programmata, dopo aver assaporato le leccornie del pop americano, ora la nuova corrente dell’«arte povera», tosto sfociata nell’arte
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L’identificazione idealista di «arte» e «bellezza» che aveva dominato per secoli s’era già incrinata con le prime avanguardie storiche: opere come
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parcellari e soprattutto individuali, non fa certo specie. È la reazione logica e prevedibile all’ipermeccanicismo, all’iperazionalismo, all’eccesso di arte
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In «L’uomo e l’arte», 1971, n. 4.
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’allora, avrebbe pensato all’eventualità di un’arte creata sulla base di eterocliti accostamenti oggettuali. Se l’elaboratore avesse lavorato partendo da
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L’esempio è triviale, ma è analogo a quello che, nel suo noto volumetto Computer Art ci offre Jasia Reichardt (il critico d’arte polacco-inglese che
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precisamente quelle che riguardano il rapporto arte-scienza, e arte-gusto.
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perfezionati laboratori astronomici e astrofisici, non deve far specie a chi tenga conto della mutata «funzione» (in senso mukařovskiano)1 tra l’arte d
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alcune delle più recenti correnti dell’arte concettuale; e prova come l’arte visuale dei nostri tempi stia ritrovando - attraverso una «naturalizzazione
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dedicare la nostra attenzione nelle pagine che seguono. L’arte concettuale, dunque, non deve essere considerata come identificantesi con l’oggetto, ma come
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Se, comunque, ci limitiamo a considerare il territorio dell’arte visuale come si è venuta evolvendo nell’ultimo trentennio circa, potremo molto
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’arte accademico-naturalistica) il concettualismo, per contro, può talvolta agire in senso «progressista» rispetto alla situazione estetico-sociologica
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L’arte dunque non può essere scienza (oggi, non ieri quando la «funzione» dell’arte era diversa), proprio per il fatto che nella scienza abbiamo una
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Per quanto riguarda il rapporto tra arte e gusto e quindi tra critica impostata sul problema del gusto o meno, la faccenda non cessa di complicarsi
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Non è allora più possibile un giudizio dell’opera d’arte basata esclusivamente sul gusto? In parte almeno questo è un dato di fatto. Oggi troppe
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speranze e possa forse raccogliere le sparse membra della musica e della danza da un lato, dell’arte concettuale e dell’arte del corpo dall’altro.
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difficile spiegare perché l’arte dei Greci ci procuri ancora un piacere estetico e... valga come norma e modello inarrivabile»)3 non è certo più
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’universalità dell’arte e del Bello!
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Infatti, se è vero che la storia - priva come è duna creatività autonoma - deve restar legata agli eventi che riferisce e controlla, l’arte, anche
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La storia dell’arte dovrebbe consentire una fruizione più completa di quella basata su puri dati istintuali, su più o meno «congenite» facoltà
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La storia dell’arte potrà allora essere identificata con la storia della filosofia? Non lo credo; anzi credo che non si debba neppure accomunare
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È invalso l’uso di considerare la critica d’arte come decisamente rivolta, o limitata, al solo aspetto sincronico dell’opera d’arte (o di non-arte
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Ma questa parentesi riguardante il nostro atteggiamento di fronte alle opere d’arte di civiltà lontane dalla nostra e l’efficacia «informativa» delle
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Questo, non solo rimanendo entro quella che di solito consideriamo l’arte artistica: il nuovo signifié d’un’opera considerata come artistica potrà
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valutazione dell’opera d’arte; mentre l’errore dei marxisti è di non rendersi conto di come possano anche esistere casi che sfuggono a queste
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È ovvio perciò che spesso anche le cose dell’arte, come le altre merci, non vengano più intese nella loro accezione di valori d’uso (e come tali
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Burri costituisce uno degli esempi più interessanti dell’arte alla metà del secolo, d’un’arte cioè che ha lasciato dietro di sé la «bella pittura
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, a considerare oltre alle attività propriamente pittoriche, quelle, non meno importanti per la nostra civiltà, dell’arte «applicata» all’industria
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Galleria dell’Annunciata, la Galleria Bompiani, e altre gallerie minori) per rendersi conto della nuova maniera in cui era concepita la funzione dell’arte
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Munari fu senza dubbio l’artista che con più continuità prosegui le ricerche cinetiche (associate a quelle sull’arte moltiplicata, e a quelle più
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giudizi rivolti alle allor nuove opere d’arte; e che non si potevano assimilare i frutti della pop, dell’op, del concretismo e delle strutture primarie, a
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Negli ultimi anni abbiamo assistito nel campo dell’arte (e qui mi riferisco soprattutto all’arte figurativa) a notevoli e curiosi sovvertimenti: sono
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-brow (tra arte d’élite e arte di massa), soltanto con l’osmosi tra arte d’élite e arte popolare, sarà possibile un esperimento davvero «educativo
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dilemma: possiamo intravvedere l’eventualità d’un’accettazione della moderna arte visuale anche da parte del «grosso pubblico», per il fatto che gli stessi
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