desinenza della struttura spaziale, ma rievoca l’origine leggendaria e poetica della decorazione floreale dai serti e dai festoni di fronde e di fiori con
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Milizia accusano di goticismo), il tema spaziale della cattedrale e il desiderio di contrapporla, come più autenticamente cristiana, all’apologia
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estrazione storica e dipendenti da diverse concezioni dello spazio: l’unità spaziale o quella che si chiamava la convenienza della composizione dandosi nell
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distribuzione spaziale: una simmetria raggiata e quindi una «perspectiva communis il primo, ma simmetria bilaterale e un ordinamento in profondità
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’ellissi un accenno di croce greca. Dunque il Rainaldi, nel primo progetto, si propone di combinare tre schemi di organizzazione spaziale: 1) il tema
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direzione originaria trasformandosi in brevi risvolti che definiscono la densità plastica, la possibilità d’espansione spaziale della superficie. Anche
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pura delineazione spaziale, in un telaio geometrico e prospettico, tanto più la scultura si appesantisce di masse quasi informi, accusa l’inerzia della
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’oggetto e non relazioni dipendenti da una metrica spaziale: o piuttosto, non potendosi avere delle distanze che una percezione relativa (come aveva
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dunque il passaggio da una dimensione terrena a una dimensione spaziale puramente teorica o speculativa, da uno a uno trascendentale.
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Canova, invece, non c’è prospettiva, illusione spaziale, scenografia, teatro. La forma plastica non rappresenta la figura, ma la sublima, ne trasforma
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«virtuosa») che va da una spazialità tutta fatta di relazioni ad una forma-oggetto che risolve in sé ogni relazione spaziale, si racchiude in un involucro
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