scelta stilistica. Al culto di Michelangiolo lo inizia Carlo Maderno, suo maestro e parente. Ma non dimentichiamo che nel Maderno quel culto era
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, ne affidò l’incarico ad un architetto che, come Borromini, studiava bensì criticamente l’antico, ma ignorava il culto del monumento e la cui
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originaria di San Pietro, con il culto di Borromini per Michelangiolo, a cui pure risaliva in gran parte la responsabilità della soluzione centrale? Era
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E tuttavia il motivo è tutt’altro che ingenuo e popolaresco: è sicuramente connesso alla propaganda del culto di massa, in cui la Chiesa vede la
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. In un momento in cui al centro della problematica urbanistica romana è il tema della piazza dominata dagli edifici del culto (piazza San Pietro
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storia religiosa, ma piuttosto a fornire immagini o figurazioni per il culto, cioè a tradurre in figura quello che si pensa essere il sentimento
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limite ultimo, dove tutte le prospettive convergono progressivamente stringendosi, pone l'oggetto del culto, l'immagine.
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Dobbiamo ora ricordare quanto abbiamo detto del carattere devozionale dell’edificio, della sua destinazione a un culto di massa, della modulazione
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culto. Deve dunque conoscere il processo, il meccanismo, la tecnica del culto, del perfetto atto di sudditanza: l’apparecchio che costruisce non ha
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erigere la casa di Dio, ma la sede ufficiale di un culto di Stato. Rinuncia ad ogni simbologia o emblematica religiosa, perfino al riferimento, che
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buona, di eccellente pittura, che della tecnica non fa un ideale e neppure un problema, ma la padroneggia perfettamente; e che ha il culto, ma non
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qui il culto manieristico degli eroi sfortunati, degli dei spodestati e in esilio, dei miti scaduti, e il gusto delle verità impossibili, dell
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libera attività creativa, un moderno col culto dell’antico, un moralista col gusto del peccato, un asceta che pratica i riti dell’empietà, un
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