, ne affidò l’incarico ad un architetto che, come Borromini, studiava bensì criticamente l’antico, ma ignorava il culto del monumento e la cui
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alle cinque navate e la centrale, per di più, rimase senza la volta. Vi sarebbe dunque stato un contrasto tra l’architetto, che avrebbe voluto rifare
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. ln un primo momento gli assi visuali che interessano l’architetto sono quelli che, ortogonali rispetto all’asse longitudinale, passano attraverso le
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prendono luce anche dalle arcate della grande navata. L’architetto evita tuttavia di scandire strutturalmente questi vani più ampi e più angusti, più
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Pietro da Cortona era pittore ed architetto, il Bernini architetto e scultore, il Borromini soltanto architetto. Tra questi tre maestri si dibatte
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Il Cortona era conscio di essere più pittore che architetto: «l’architettura —— scriveva nel 1646 a Cassiano del Pozzo — mi serve solo per mio
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Si può dire lo stesso dell’architettura. Come architetto, Pietro da Cortona opera sempre in una situazione data, e la interpreta ricercando in essa i
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’architetto, e finalmente apre, ponendosi come primo ed esplicito esempio di arte senza «regole, la via alla diffusione europea del gusto barocco.
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conto delle progredire ricerche della scienza meccanica, sicché la figura dell’architetto si sdoppia nelle due attività distinte, benché associate nella
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l'architetto non vuol più che lo spazio architettonico abbia un centro ideale: esso non è più definito da una sua struttura, ma dai suoi limiti e nel suo
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’oggetto, della persuasione: l’architetto non si propone di creare un ambiente severo, che inviti al raccoglimento e alla preghiera, ma, oggettivamente, un
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necessità della prassi si congiungono ed identificano in quella che è la sola, vera attività dell’architetto: la progettazione. Perciò il significato
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L’opera dell’architetto si conclude con la stesura del progetto. Nel IV capitolo del primo trattato è detto esplicitamente che i soli strumenti dell
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Guarini è nettamente antiromana. Si deve biasimare il liberale mecenatismo di Urbano VIII, che imponeva all’architetto di preoccuparsi soltanto della
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tracciati con nitidi tratti di penna e per lo più acquerellati; l’architetto lavora di calcolo, con squadra e compasso. Non lascia margine all’estro
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dello stesso tema formale in situazioni spaziali diverse. Lo scopo dell’architetto non è tanto di inventare la forma unitaria dell’edificio, quanto di
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mediazione della natura — ma l’atto della devozione umana verso il divino. Perciò la tecnica umana dell’architetto non imita o ripete i modi di
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; esaltando lo Stato, il Sovrano, Dio esalta se stessa. L’architetto non rivela, non interpreta, non rappresenta: si limita a fornire gli strumenti del
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Come architetto, non ammette la complementarietà di spazio architettonico e spazio naturale: la comunicazione è libera, il paesaggio è natura
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Roma ha il Belli; il Piemonte, mezzo secolo prima, Bernardo Antonio Vittone, e non è un poeta ma un architetto. Dialettale, ma l’attributo qualifica
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Benedetto, primo architetto del re, era nato e cresciuto a Roma; e aveva conservato il vezzo di parlare toscano, «ancorché il parlare italiano sia un vero
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confine tra il pedante e il letterato; un avvocato diventato architetto per amor dell’arte o di patria; un dilettante, infine, o tutt’al più un
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convinzioni religiose, l’Alfieri, come architetto, è un civile, un laico: funzionario al servizio del re, quando costruisce una chiesa non s’immagina di
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