) la prima relazione di causa ed effetto, Se la logica porta diritti alla natura e alla giustificazione della colpa come naturale, ci allontana dal
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concepita per un effetto luministico che esigeva la riflessione della luce dalla superficie curva della volta, la rinuncia a costruirla significava il
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tutto nuovo per l’attuale ed il contingente, per l’effetto immediatamente emotivo e intensamente eccitante, per una fede religiosa non più intesa come
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. Quale effetto luministico Borromini volesse fin da principio raggiungere si può approssimativamente vedere nei due piani obliqui che raccordano le
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Non soltanto a causa del fallimento dell’effetto idealo Borromini cerca di distogliere l’attenzione dalla navata centrale e portarla sulle minori: se
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distraessero il visitatore dalla disgraziata veduta della navata maggiore, il cui effetto doveva apparirgli doppiamente mancato: dal punto di vista della
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quindi un effetto costante dello spazio; b) alla determinazione dello spazio architettonico, come spazio in continuo sviluppo, che muta estensione e
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loro varia profondità, creando un effetto di convergenza, conserva chiaramente il ricordo della pianta ellittica iniziale. Dal punto di vista funzionale
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scenografico effetto, ma di una variazione continua, quale normalmente si da soltanto all’esterno, degli effetti di luce. Così il Rainaldi porta alle
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’effetto non esprime la causa, le succede e, in certo senso, la esaurisce ed elimina. Del resto il pensiero matematico non è una verità da comunicare, ma
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È logico, se la forma è effetto non può essere causa; la causa o la generatrice della forma è qualcosa che non è ancora forma, ma seme o radice
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note di sentimento in un tono affettivo, che Gilpin chiamerà, riferendosi all’effetto finale della pittura, «ricchezza della superficie».
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