’immaginazione. Come non chiedersi, infatti che cosa fare di una facoltà che nel secolo precedente era stata sviluppata sopra ogni altra e a cui si
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medievale, ma proprio perciò animata da un impulso spirituale e specificamente religioso, che la sollecita continuamente a trascendersi. Che cosa determina
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’insuccesso del progetto «miracoloso». Non tanto interessa stabilire che cosa l’artista abbia ideato e non potuto realizzare (su questo punto siamo
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, spiega il Baldinucci, è la «ragionevolezza dell’Artefice» e «consiste nel guardarsi da mettere in opera cosa alcuna contro il verosimile, si della
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quest’ultimo e non al primo, incontestabilmente più congeniale, che si sente artisticamente più prossimo. Ma che cosa può averlo persuaso a superare la
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di «mimesis»: e lo sposta, appunto, dalla mimesi della cosa alla mimesi dell’idea, Il problema del non-finito ha invece un orizzonte molto più largo
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: Velázquez s’è divertito altre volte con lo scambio, ad libitum, tra cosa vera e dipinta (nel fondo di Las Hilanderas, per esempio). Ma è certo che stava
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manieristico. Vero, ma tra Zuccari e Velázquez ci sono, in mezzo, Caravaggio e i Carracci. La cosa nuova detta da Velázquez è che l’ispirazione non mette in
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. Il suo empirismo, per cui l’arte è cosa mondana anche se rivolta a rendere omaggio a Dio, dipende da una sorta di sospensione del giudizio storico. Non
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Avendo praticamente eliminato tutti i significati tradizionalmente inerenti alle forme architettoniche, e posto l’architettura come cosa invece che
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’architettura è sempre cosa dello Stato, del governo mondano. Con essa lo Stato, o il sovrano che lo incarna, rende omaggio all’autorità divina da cui
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, arcadica). La prima cosa che chiedono, a Torino, è di fare un monumento, Superga, che sia santuario votivo per la vittoria sui francesi, mausoleo
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, il caos, proprio come nella vita spirituale, dove niente si accomoda. Nella pratica è un’altra cosa: non si passa da uno spazio all’altro come da
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’edificio, il suo darsi come una cosa di proprietà pubblica; di situarlo in paese come si colloca al posto d’onore, in casa, il mobile più bello. Gli
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«scienza del conoscitore» e non è cosa da dilettanti, quali sono i nobili «virtuosi».
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italiani: la loro pittura, specifica Walpole, è simile alla commedia, ch’è cosa da attori girovaghi, mentre la tragedia è comunque cosa da letterati
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Pietro, non piena di confusione, ma chiara: e schietta, luminosa e isolata intorno... e fu tenuta cosa bellissimo come ancora è manifesto». Il
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Shaftesbury, per il quale «l’artista non copia una cosa esterna, ma dà forma al suo slancio, attua il suo spirito e produce un essere nuovo». Allora la
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non dire Hogart, sosteneva che l’arte è cosa tutta terrena. Ora però quei due concetti si ripropongono col teismo illuminato, che vede convergere
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racchiude e quello su cui si profila; e se certamente recupera una consistenza oggettiva, di cosa, questa si blocca nell’invariabilità di una forma, che
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assimilato la pittura alla narrazione e al teatro; non e mai la cosa, ma una sua proiezione più o meno distinta sullo schermo della mente e su quello
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