’esperienza; l’accento assiologico senza orizzonte sarebbe direzionalità astratta, senza alcuna presa sul reale. Non sarebbe spazio, e non sarebbe coscienza
critica d'arte
Pagina 216
, molto più illuministico che classicistico e giustificato piuttosto con l'ideale di un’astratta virtù razionale che con la comprovata identità di quella
critica d'arte
Pagina 273
presenti e invisibili riescano a costruire l’immagine dello spazio. Segregano, invece le figure in una dimensione impenetrabile e astratta, come
critica d'arte
Pagina 439
in musica, ma nel demitizzare (tecnicizzandolo) il soggetto mitologico per risalire poi dall’inadorna oggettività del fatto ad una astratta, «ideale
critica d'arte
Pagina 468