Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Manuale Seicento-Settecento

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Argan, Giulio 20 occorrenze

costume, della vita sociale; e dà figura, carattere, valore di bellezza naturale e storica insieme alle città, cioè all’ambiente della vita sociale e

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lavorano perché questa è la pena della colpa originale; ma le opere non hanno valore al di là della vita terrena, non salvano. È il principio di

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del Seicento presenta una larghissima gamma di fenomeni fortemente differenziati. Poiché non si tratta più di realizzare forme che abbiano un valore

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elaborati dalla grande pittura del Cinquecento, ma di riproporre in toto il problema del valore della cultura. Le prime opere bolognesi - Macelleria

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; contrapporre il valore morale di questa prassi al valore intellettuale delle teorie. I critici del Seicento (Mancini, Bellori) biasimarono il Caravaggio

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successive, si precisa nel Caravaggio che il valore dell'arte non è nella nobiltà dei contenuti e delle forme, ma nel fervore del fare, nel modo con

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vistose, per i più brillanti effetti di luce e di colore. L’arte barocca, nel complesso, è un’esaltazione troppo enfatica del valore della vita per

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Un artista che, come Caravaggio, negava il valore normativo della tradizione classica non poteva non interessare, anzitutto, i molti artisti

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oppone al Bernini proprio una concezione opposta della tecnica e del suo valore etico. La stessa immaginazione ad oltranza del Bernini, la sua premura di

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poetica di un valore che la natura aveva e non ha più. L’aveva per gli antichi: e il Bernini non s’interessa tanto della (natura quanto del

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invenzioni del Bernini, è la più geniale; non soltanto riscatta e mette in valore l’intero corpo della basilica, ma fa dell'antico quadriportico una grande

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piano dello stile, e specialmente, del valore dell’immaginazione che nel Borromini sarebbe arbitraria e chimerica, eccitazione fantastica senza

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luminosità del vano per dar valore ai diaframmi chiarissimi delle pareti e alla decorazione elegantissima che li adorna, quasi fingendo che i fedeli

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basilica: per la prima volta opere d’ arte del medioevo vengono messe in valore, non già come reliquie o documenti di storia religiosa, ma per il fascino che

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architetto sviluppa tutte le possibilità di un binomio Bramante-Palladio; la sua è dunque una linea di neo-cinquecentismo, che conserva e riafferma il valore

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, stoico, insiste sul valore morale dell’antico come exemplum virtutis. Quasi come in uno stiacciato di Donatello, lo spazio è determinato da un’architettura

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del Cinquecento non ha più valore. Che cosa diventa l’arte senza quel sostegno ideologico? Lo dirà, tra il 1660 e il 1670, Marco Boschini, il maggior

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È facile intendere come il gusto della verità e la rinuncia ad ogni appariscente rettorica conducessero a porre sullo stesso piano di valore la

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il Settecento, si evitano ugualmente i grandi problemi conoscitivi e morali. Dilegua anche la questione dell’antico, o del valore della storia: la

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definito il proprio rapporto con la realtà naturale e nulla più può cambiarla. Da qualsiasi punto di vista, in qualsiasi condizione di luce il suo valore

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