Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le due vie

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Brandi, Cesare 50 occorrenze

codesta seconda storicizzazione, sotto cui viene a cadere l’opera d’arte dopo quel suo ingresso nel mondo, in cui coincide la sua prima storicità; ma

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fenomenologica di quel processo, dall’origine al suo compimento. Denominammo queste due fasi costituzione d’oggetto e formulazione d’immagine.

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Riconoscemmo a suo tempo la prima eventualità — l’arrestarsi cioè alla costituzione dell’oggetto — nella fotografia e nel cinematografo. Più tardi

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’arte, al modo cioè che uno riceve una legnata sulla testa, se come tale non la individua nel suo foro interiore, con un atto autonomo di riconoscimento

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spettatore, non si esibisce affatto quale il paradigma stesso dell’opera d’arte, e tanto meno come un traguardo a cui in un certo senso l’arte, nel suo

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, ma non già offerta agli inserti personali del lettore. Il quale dovrà sciogliere un calembour e non metterci del suo.

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’esistenza nel suo farsi, né di un futuro escatologico, ma del futuro quale dimensione del tempo reale. La riduzione della vita umana al presente, l

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determinò la tettonica. L’architettura dell’Art Nouveau non ha né un tema spaziale interno né uno esterno, è solo indifferenziata nel suo linearismo

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l’interno, e non l’esterno. Anche il suo aspetto notturno, che è di grande importanza per il grattacielo, con le finestre illuminate, dando luogo per

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la sua apparizione produce. Una volta che l’opera ha stancato e non fa scattare più il moto d’integrazione dello spettatore, il suo tramonto è segnato

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industriale. Il suo svolgimento dalla base artigianale e individuale attraverso la divisione del lavoro e la elaborazione di nuove tecniche a mezzo

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esibisca il suo iter creativo completo, lasciando allo spettatore solo di sedersi e mirare, e arrestando il tempo all’eternità di un presente

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Per Hegel la morte dell’arte era una deduzione del suo sistema più che derivazione dell’apprezzamento, pur tendenzialmente negativo, dell’arte del

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rovesciare sul mercato artistico l’ondata al ribasso degli informali e iniziava il suo cammino trionfale questo nuovo corso della popart che, a distanza di

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Appena iniziata, la nostra riduzione ci avvediamo ch’essa è già stata compiuta all’atto della sua creazione, che è anche quello del suo ingresso nel

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Ora, la prima e fondamentale caratteristica di questa recezione dell’opera d’arte, appare proprio nell’evidenza che, al suo apparire come fenomeno

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coscienza, mentre io, in quanto ricevo non già l’arte, ma l’opera d’arte, la intercetto al momento cruciale del suo rivelarsi a me, nella recezione che io

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in certe sue caratteristiche di luce, di massa, di colore, di espressione etc. (che egli, ripetiamolo, può assumere come un simbolo per certo suo

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dal suo singolarissimo porsi fra i fenomeni ma è la condizione stessa del suo apparire come tale. Perché si eccettua originariamente dai fenomeni, l

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fotografia, il suo apporto e anche il suo limite».

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dipende esclusivamente dal fatto che la trascrizione fotografica è ritenuta strumentale mentre è essenziale, per cui, al suo costituirsi di fronte

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’ipotesi che, pur nella pittura, possa avvenire una presa d’immagine estremamente circostanziata fin dal primo momento del suo costituirsi; e

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dell’avvicinamento all’opera d’arte, e proprio al momento che la considera nel suo ingresso nel mondo, nelle modalità dell’epifania. Quello che noi

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origine e il suo sviluppo dalla Sant’Anna Metterza di Masolino-Masaccio, in cui il triangolo già suggeriva, con la densità della massa masaccesca, la

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ricevente non può non attestare, nel suo riconoscimento, un riflesso, un epifenomeno rispetto al primo ingresso dell’opera d’arte nel mondo.

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alla morte, per cui il sepolcro di Terenzio giaccia pure dimenticato e il suo teschio in disfacimento (coi simboli del topo e della mosca), ma le sue

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storico, né che sia possibile far ciò in margine e senza detrimento al suo porsi primario alla coscienza come opera d’arte. Inevitabimente si crederà di

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immediata, eppure a questa presenza si connetterà la certezza del suo non-essere fenomeno, talché non potrà esservi ambiguità fra l’astanza dell

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materialismo dialettico di Lukàcs, e pur nella diversità inerente delle terminologie, l’arte viene concepita come realtà nel suo imperioso sbocciare alla

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nostre idee, i nostri desideri ecc., non possono mutare nulla nella sua esistenza e nel suo modo di essere, noi dobbiamo accettarla così com’è

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storia: la storicità dell’opera è duplice, nella sua nascita e nel suo farsi presente ogni volta ad una coscienza. Il fatto di prodursi come un eterno

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percezione — il suo esser fenomeno — che un’opera d’arte contiene, non è volto ad un punto di arrivo perché il punto di arrivo di un’opera d’arte è l

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c’è di nuovo, poiché quel che c’è di già conosciuto si trova ormai integrato al ricevente e appartiene al suo sistema interiore. Da questa riduzione

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’arte nella storia e nella cultura del suo tempo.

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sono fondati in questo suo prodursi in presenza.

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possibilità di tramettere un’informazione, ed è per questo che il suo prodursi in presenza è strumentale rispetto all’assoluto prodursi in presenza dell

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inerzia nel suo discorso, proprio perché il punto di stazione di chi considera l’opera d’arte all’atto della recezione, e il punto di stazione di chi

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a Giulio «uno status preferenziale nel suo comportamento quando egli od altri significano che Giulio è buono». Questa bontà si pone allora come uno

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. Cosicché fu indotto a negare, dal suo punto di vista, la possibilità di distinguere un’opera d’arte dagli altri segni. «Nessun segno è ‘ estetico

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specificità dell’arte insistendo nella sola area semantica, che «per il suo positivismo esclude dalla storia la razionalità, sacrifica alla

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assoluto del percetto dall’oggetto, in questo suo porsi come realtà astante, e non esistenziale, è realtà e non messaggio, ancorché dalle connotazioni

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nel suo prosieguo; la critica, all’atto in cui mira al reinserimento dell’opera d’arte nella storia, e quindi assume il punto di stazione della

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, avulso dal suo contesto, che la coscienza investirà le sue intenzioni per lo più ineffabili, ma proprio come un’investitura di significato

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egregio, la specificità dell’opera d’arte, il suo presentarsi come un blocco in cui tutte le parti si tengono vicendevolmente e corrispondono al

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Si prenda un altro esempio: la musica. Nel suo maturarsi nella civiltà occidentale dal Medioevo a Webern, si è andata sviluppando su un sistema di

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della sua astanza e il suo presentarsi come realtà astante: l’opera d’arte è una parola che al tempo stesso è la cosa che significa. Non rimanda ad

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meccanica quantistica, il principio, nel suo enunciato più accessibile, è così espresso dal Reichenbach23: «In una data quantità u vi sono altre quantità v

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Finché allora il principio di causalità non pareva ammettere eccezione, e si ritenne rispecchiare la struttura stessa della realtà nel suo

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individuali — e sociali — l’evento prima e durante il suo svolgimento: la ricerca delle cause preleva l’evento a ciclo chiuso. Perciò la prima appartiene all

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. Frederick Antal nel suo libro sulla Pittura fiorentina e il suo ambiente sociale nel Trecento e nel primo Quattrocento 45 >ha inteso dare una

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