per ciò non più un’immagine ma un segno. Ripetiamo che queste due ipotesi, se non sembrasse, ove si parla di storia, di lasciarsi andare ad un gioco
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, smarrimento assoluto, e non vale socialità e progresso a salvare l’architettura di quel secolo. Né il Liberty o Jugend Stil o Art Nouveau segnò una
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segno di rispettabilità sociale, l’elettrodomestico come talismano della felicità coniugale, la macchina fotografica per disfarsi del passato e trasferire
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quindi nella partecipazione che questo richiedeva allo spettatore ed era limitata alla figura di interprete-interpretante di un segno a-semantico. Tutto
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civiltà capitalista — e ora neo-capitalista — che già segnò la disfatta del Bauhaus10, indipendentemente dal nazismo, e l’aperta inutilità degli oggetti
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volta che si restituisca al segno scritto il suono corrispondente — e non differisce concettualmente che questa restituzione avvenga nello spazio esterno
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-asserzione che «il segno precede il significato» 4. Ma prima di arrivare a questo argomento, che si è solo accennato per sottolineare l’attualità o per
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connotazione, è la causa del segno negativo con cui viene pensata la fotografia e il cinema; e d’altronde la manifesta impossibilità di mettere la fotografia
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portatrice di messaggio, come un segno da interpretare. Si dovrebbe allora riconoscere come carattere costitutivo dell’opera d’arte la natura di messaggio che
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La sussunzione dell’arte nella teoria generale dell’informazione rappresenta indubbiamente una ripresa della teoria dell’arte come segno. La teoria
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Riferendoci ad un’analisi che già facemmo in Segno e immagine 31, se dunque nell’opera d’arte come immagine il contenuto semantico non precipita
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determinare, secondo il postulato di Peirce, il significato di un segno rispetto agli abiti di comportamento che esso produce. Morris, in questo senso
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intende determinare il valore di un segno dal comportamento a cui la recezione induce, viene a trovarsi fuori dell’opera come fuori del segno. Tutto
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problema dell’estetica 36, tentò, come lui stesso riconobbe in seguito, di «differenziare il segno estetico come ‘apprezzatore iconico’». Nella terminologia
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Riassumeva allora il Rossi-Landi che la «differenza specifica del segno estetico sta in quelli fra i segni iconici che designano valori (ma non
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In quanto al termine «iconico», nella terminologia del Morris, «icone» è un segno simile, per alcuni aspetti, a ciò che denota: ad esempio una
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sviluppare, altro non è che una deduzione simmetrica dalle tre dimensioni del segno, di fonte morrisiana, sintattica, semantica, pragmatica: alla
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segno inteso come stimolo, ma dalla coscienza che si oggettualizza nel segno, riporta la considerazione dell’opera d’arte — almeno come punto di partenza
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Il quadro generale si presenta ormai abbastanza chiaro: i tentativi di concettualizzare l’arte come segno, come messaggio, come comunicazione si sono
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Ma proprio dal fallimento della teoria dell’arte come segno, come messaggio, come comunicazione, s’illumina di converso il riconoscimento della
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anche, fenomenologicamente, questa presenza non esistenziale si definisce immagine, e gnoseologicamente l’immagine può assumere valore semantico di segno
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scelta fra il costituirsi del percepito nella sua flagranza o astanza come oggetto a sé o, attraverso quella astanza, come segno di qualche altra
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Il processo di semiosi, dall’astanza al segno, spiega ugualmente il trapasso quasi inevitabile nei sistemi di scrittura dall’ideogramma all’alfabeto
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, del diverso voltaggio, che istituisce il percepito come segno, è solo fonte la coscienza, e il percepito, se resta come sospeso dalla realtà esterna
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