conciliazione e appagamento di un conflitto dialettico dello spettatore. Ma in realtà la possibilità di uno sdoppiamento, sia dell’autore che dello spettatore
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Bisogna ricordare infatti che fine del processo creativo è dar luogo alla fondazione di una realtà pura, divisa dalla realtà esistenziale, sottratta
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fatto che quei modi nuovi in realtà rispondono ad uno status della coscienza attuale estremamente diffuso anche se confuso, e che si propaga ovunque
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verace, ossia la sua realtà pura, quello per cui una poesia è poesia. E dunque Paleatorietà nel captare questi significati sottostanti o collaterali
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al di là di quei primi termini che s’incontrano, l’autore e il ricevente. In realtà espressione e impressione provengono non già da due punti di
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In realtà la gloria di Wright da un lato e di Gropius dall’altro fu l’individuazione di un decisivo tema per l’architettura, e codesto tema fu l
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scienza o comunque la cultura dell’epoca vedono la realtà» 5; noi contestiamo di rappresentare una riattivazione della concezione deterministica dell
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nella sua grezza realtà esistenziale suggerirebbe, ma proprio nel momento della proposizione, dell’isolamento dal contesto vissuto e utilitario si
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inserto, e non già, come fu ai suoi inizi, come un mezzo preparatorio per desumere e fissare un’impressione colta sulla realtà esterna, ripropone in
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realtà, anche questa realtà, con i debiti passaggi, verrà a consustanziare la pittura, e il transito da fotografia a pittura o la preminenza di
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riconoscimento della sua autonomia rispetto al divenire e alla realtà esistenziale che circonda e avviluppa l’opera d’arte, autonomia che non si deduce
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un attimo di realtà esistenziale nel suo flusso stesso d’esistenza, mentre questa realtà ha corso, vale, unicamente in quanto serie d’immagini che la
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i perfezionamenti, volti tutti a trarre quanto più fosse possibile il film verso l’identificazione con la realtà esistenziale che fotografa. La sua
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svalutare, per Platone, la realtà esistenziale e l’arte, rispetto all’idea, offre spontaneamente il modello per 71 aiutare la fotografia e il cinema in
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per lo più contemporanea, in realtà questo esemplarsi sulla pittura diviene per il film un lato non essenziale e comunque meno appariscente, in quanto
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netto in realtà ebbe una ragione storica d’essere proposto, finché la posizione della fotografia e del cinema erano isolate nel quadro delle arti. Fino al
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Ma a questo grado superiore, che per noi porterà alla fondazione dell’arte come realtà pura, per il momento ci arresteremo, poiché non riguarda la
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nostre conclusioni dando ad esse, come esempi, quelli che in realtà hanno funzionato da premesse.
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oggetto. In realtà non c’è nulla di meno esistenzializzato di un ritratto di Van Eyck o di Van der Weyden: ma nel microcosmo dell’immagine c’è una folla d
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folgorante dell’astanza che è poi l’essenza stessa della realtà pura. Per cui, a togliere al Caravaggio il Fanciullo con la cesta di frutta e il
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continua erronea assimilazione alla realtà esistenziale, nei cui riguardi la concettualizzazione sembra avvenire senza residui apprezzabili. Ma questo
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dell’opera dal fenomeno, avvertito, come è giusto, sin dall’inizio della speculazione sull’arte, e inevitabilmente collegato al problema della realtà e
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problema ontologico della differenziazione di queste due realtà, dove non c’è altro modo possibile di porsi come realtà, se non realizzando una presenza. Ma
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Riconoscere che, realizzando una presenza immediata per la coscienza, l’opera d’arte si pone come realtà, in modo diverso e paritetico alla realtà
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Per cui «l’istituzione della verità nell’opera [d’arte], è il prodursi d’un tale esistente [di una tale realtà] che non era prima e mai sarà più in
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materialismo dialettico di Lukàcs, e pur nella diversità inerente delle terminologie, l’arte viene concepita come realtà nel suo imperioso sbocciare alla
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Donde il riferimento a Lenin, per cui «l’arte non chiede che le sue opere vengano riconosciute come realtà», rafforza l’interpretazione dell’arte
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idea e realtà oggettiva nella sua massima purezza, come nella dottrina platonica delle idee, nel realismo concettuale medievale, nello ‘spirito del
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raffigura una realtà in sé conclusa. Ma qui bisogna definire meglio la parola realtà. In primo luogo la sua peculiarità, apparentemente paradossale
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Solo dopo avere documentato con due testi espliciti e di provenienza antitetica, l’ineluttabilità di concettualizzare l’arte come realtà, e sia pure
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Ma l’arte come «realtà pura» non si porrà quale una categoria soprastorica, ens rationis o mero flatus vocis, contro cui è stato celebrato il
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Che dunque possa presentarsi alla coscienza una realtà senza esistenza, non illusoria, né virtuale, ma realtà astante, e costituita come tale
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Infine non sarebbe giusto obbiettare che la verifica della realtà senza esistenza non si può dare nello stesso modo col quale la scienza verifica ad
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determinarsi della loro realtà senza esistenza è indispensabile una coscienza 21.
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Questa realtà che si rivela in pura astanza, e si riproduce quindi come un eterno presente, non è infine un’incongruenza né per la logica né per la
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quella di messaggio. Si demanda allora se è consentaneo all’essenza dell’opera d’arte, che abbiamo concettualizzato come realtà pura, di rappresentare
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possono contenere. In realtà l’informazione che può contenere una poesia — erano i capei d’oro all’aura sparsi — non riguarda in proprio nessuno, e nessuno
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45, riguardo alla impossibilità di fondare una classe autonoma di segni estetici. In realtà il Bense, che cerca di stabilirsi una più illustre
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oggettivo, donde l’immagine si porrà reale, ma senza esistenza. Questa struttura dell’immagine formulata che è l’opera d’arte, di porsi come una realtà
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assoluto del percetto dall’oggetto, in questo suo porsi come realtà astante, e non esistenziale, è realtà e non messaggio, ancorché dalle connotazioni
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, e a diversi livelli, differenti messaggi, mette in evidenza un’opposizione fondamentale fra il costituirsi in presenza come realtà pura dell’opera d
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varrà per quella sola astanza, e non per un nesso esistenziale o per una semiosi in atto. Sarà quella realtà non esistenziale, non significante che è l
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quanto struttura, è coestensiva alla sola coscienza. Il viraggio che avviene nel percepito interrompe un nesso, con la realtà che si dava esterna nel
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e la fattura delle prime armi, deve insegnare a non invadere l’altro campo della coscienza a cui fa capo l’astanza. Per cui né la realtà fisica è un
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’opera d’arte la struttura specifica dovrà essere indagata, quale struttura di quella particolare realtà, che non è la realtà del mondo fisico e che in
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struttura si concretò come realtà astante.
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della sua astanza e il suo presentarsi come realtà astante: l’opera d’arte è una parola che al tempo stesso è la cosa che significa. Non rimanda ad
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In realtà, per indagare la struttura dell'astanza, non certo puramente empirica, di un’architettura in quanto opera d’arte, anche di un’architettura
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, perché, non trattandosi qui dell’opera d’arte nella sua essenza come realtà pura, ma in quanto tale dandola ormai per ammessa, e dovendosi ulteriormente
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Finché allora il principio di causalità non pareva ammettere eccezione, e si ritenne rispecchiare la struttura stessa della realtà nel suo
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