nel neo-dada l’evidente presentazione dell’oggetto costituito, senza ulteriore o con minima elaborazione. Dovrebbe essere superfluo, ma non lo è
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Wright. Successivamente una nuova fecondazione doveva ancora venire dal movimento neo-plastico, e proprio come esplicitazione architettonica di un’ipotesi
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riceverla dal di fuori completa luminosa e oscura come un apporto. In questo senso le stranezze del neo-dada come della pop-art fanno sistema, non si
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, e cioè il filone che si denomina a turno neo-costruttivista, gestaltico, arte programmata, ed ora op-art, ma la cui caratteristica comune e fondamento
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attirato a tale opposizione il filone neo-costruttivista-gestaltico-programmatico. Sicuramente il design è progettazione, progettazione illimitata anzi
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, dall'immagine formulata all’oggetto costituito; il neo-dada prima e la pop-art poi, rispondono ad una stessa richiesta; la differenza unica fra le due essendo
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Ma la dialetticità del rapporto è una dialetticità sui generis. In quanto che, più che un’opposizione di antitesi, ci sarebbe, si tratti di neo
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che con i conati dalla nuova figurazione e più col neo-dada, ma soprattutto col fenomeno dilagante (e in un certo senso di tutti gli altri riassorbente
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soli dieci anni dal suo primo apparire (è del 1955 il primo quadro col bersaglio, chiaramente neo-dada, di Jasper Johns) si è vista già canonizzata
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ritrattistica di discendenza neo-classica purista per i dagherrotipi fra il 1837 e il 1845, impossibile non evocare Courbet per i calotypes di Hill e
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rovesciamento nella tendenza, che rimaneva tuttavia basilare, di offrire l’integrazione nell’opera allo spettatore, ed è rinato l’oggetto: col neo-dada
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interpretazioni avevano un solo punto in comune, il campo di gravitazione neo-platonico. Ma ecco che nel 1948, a cura del Freyhan, viene avanzata l
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’amore nella filosofia platonica e nella dottrina cristiana. Mistura eletta di paganesimo e cristianesimo resa appunto possibile dal solvente del neo
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convergenza di fuoco sull’estetica speculativa da parte di problematicisti, neo-positivisti e semanticisti, la riproduce Garroni: «La possibilità di un
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mare l'astrattismo-informale per rifugiarsi nel neo-realismo e salvare una semanticità «letterale» o estrinseca dell’arte. Piuttosto, questa aporia
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conosce che il fattore del caso non può essere mai eliminato dalle occorrenze storiche.» Ma se in sede teorica neo-positivistica è facile sbarazzarsi di
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