codesta seconda storicizzazione, sotto cui viene a cadere l’opera d’arte dopo quel suo ingresso nel mondo, in cui coincide la sua prima storicità; ma
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in secondo luogo quale indagine sull’opera d’arte in quanto maturata in un certo mondo e in una certa cultura e di qui implicitamente offerta all
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che va oltre al libero rischio che ogni esistenza deve assumere per sorgere dalla propria derelizione e proiettarsi nel mondo: manca a questo rischio
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permesso — sia pure condizionato — ai preti di sposarsi, e alla limitazione delle nascite, dimostra quasi l’affanno di tener il passo con un mondo sempre
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Per il fatto che l’opera d’arte entra a far parte del mondo della vita, per i mezzi fisici in cui è stata estrinsecata, come tale diviene oggetto e
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suo rivelarsi come realtà pura, o forma, ma sul valore di scambio a cui è stata candidata ed eletta per dato e fatto del suo ingresso nel mondo
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istanza un oggetto del mondo esterno, è un fenomeno. Anche se si tratta di una poesia o di una musica, la cui fisicità è mediata dalla scrittura, una
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del nostro attuale esser nel mondo, ma solo discende da una premessa teorica antiquata ed erronea quale è quella del «rispecchiamento». Non è certo così
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’inerzia riproduttiva ma il colpo di mano sull’oggetto del mondo esterno per un investimento simbolico, che estrae, isola, l’oggetto, ingrandendolo come
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presentazione dell’oggetto tout court tende ad affievolirsi, ad attenuarsi; a recuperare una ritmica diversa da quella dell’oggetto del mondo della vita
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mondo della vita. In quel medesimo momento, e proprio in tale riconoscimento, noi possediamo l’opera d’arte nella sua peculiarità fenomenologica
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quale epoché in atto, che si è estratta, isolata, messa fra parentesi dal mondo della vita.
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flusso esterno della vita, dalla esistenzialità quotidiana, richiamandolo al proprio mondo assuntivo. Il fotografo invece, pur intenzionando l’oggetto
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della corrente esistenziale fra la cosa e il mondo. Al mondo, come spettatore, è allora dato inserirsi nell’opera, e non come opera in fieri, né come
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Quando la coscienza riconosce in un oggetto un’opera dell’uomo, eccettua in quel momento stesso, dal contesto dei dati del mondo della vita, un
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riconoscere come si eccettui in modo originario dal mondo fenomenico: sicché, l’idea, si dimostra niente altro che un’allegorizzazione di questo eccettuarsi
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struttura come essenza dell’opera. La struttura tecnico-tettonica entrerà in considerazione proprio come modalità di realizzazione dell’opera nel mondo
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nel mondo, tutti i mezzi sono egualmente disponibili. L’analisi dei mezzi impiegati e del modo con cui sono impiegati appartiene ad un secondo momento
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moglie, mentre, come osserva il Wittkower 11, né le arpie sono fuori luogo, in quanto stanno ad indicare la vittoria del cristianesimo sul mondo
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ebbe il crisma che la pose nel mondo. Donde l’ineliminabilità di questi due punti di partenza e di arrivo risulta anche dopo avere riconosciuto la
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donna vestita è anche la Venus vulgaris che simboleggia la bellezza e la forza generativa nel mondo e porta quindi all’esistenza le cose umane, i fiori
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mondo’ hegeliano. La ‘forma autonoma’ della particolarità, l’opera d’arte, è al contrario in primo luogo qualche cosa di creato dall’uomo che non pretende
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’arte, per cui è altra dalle cose del mondo. Si concentra allora lo sforzo per ridurre l’irriducibile dell’arte ad un’apertura minima, e travestire il
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un ambiguo e infido campo finitimo delle scienze naturali, nel mondo esterno degli oggetti, a cui l’arte non partecipa che per il medium attraverso
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all’esistenza di un oggetto non di un’opera d’arte. Per cui, cessando l’uomo e restando il mondo, le opere d’arte non più sarebbero, perché al
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Una volta tratta dall’interiorità di una coscienza e posta nel mondo, l’opera d’arte non comunica, si presenta; non informa, si dà astante. Quindi
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questa distinzione elaborata in relazione al ricevente, e cioè per l’opera d’arte entrata nel mondo della vita, sarebbe una forzatura ingiustificabile, se
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mondo», ma alla stregua di tutti gli infiniti altri segni di questa presenza: è dunque una distinzione inoperante, che, invece di mettere in evidenza la
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reinserzione nel tessuto (dialettico) della storia appartiene al secondo momento, in cui l’opera viene considerata in quanto è entrata a far parte del mondo
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scorre, se poi vi confluisca anche una visione fenomenologica del mondo, concorda allora col rinnovamento fondamentale della psicologia transazionale
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’opera d’arte la struttura specifica dovrà essere indagata, quale struttura di quella particolare realtà, che non è la realtà del mondo fisico e che in
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’opera d’arte, non esista altro accesso al mondo esterno che quello della semiosi. Mentre l’astanza, prima di essere quella particolare astanza che è
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definire i modi di avvicinamento della critica a questa opera d’arte che, come realtà pura, è entrata nel mondo e nel mondo viene recepita, il parametro
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struttura dell’intelletto come categoria della modalità, non esibisce la struttura del mondo fisico ma solo uno schema per pensare quei processi dell
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dello svolgimento del reale nel tempo, non rappresentando più una conoscenza spontanea della ragione circa la reale struttura del mondo fisico, è
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già una conoscenza innata della ragione sulla struttura del mondo fisico, ma lo schema del pensiero riguardo all’ambito dell’esperienza diretta
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elaborato nel mondo dell’esperienza diretta, e non possa invece accettarsi la causalità in quello che fa opera d’arte l’opera d’arte, in quell’insorgere
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La mimesi come imitazione del mondo dell’esistenza non si sa perché possa indurre ad una catarsi che l’originale, il mondo dell’esistenza, non
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’intelligenza dell’evento nella sua struttura, la seconda alla collocazione dell’evento nel mondo dell’esperienza. In riferimento a quanto si è detto
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col pensiero stesso in atto provoca la riluttanza, anche fra taluni marxisti (ad esempio Lukàcs) a estenderla, nonostante Engels, al mondo fisico, in
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come storia dell’apparizione nel mondo dell’opera d’arte, in quanto che, qui, più che nella storia economico-politica, le periodizzazioni
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di causa, anche per la storia dell’arte come apparizione dell’opera nel mondo dell’esperienza, mentre la struttura dialettica si rintraccia in primo
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