’opera d’arte tradizionale, conclusa inappellabilmente nelle sue clausole formali, esige l’intervento come collaborazione, almeno virtuale, dello
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d’uso che determina la presa in considerazione dell’oggetto. Quando questa sia un’opera d’arte, verrà a valere non per le qualità formali in cui si
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, resta e deve restare di spettatore: è su questa attitudine che inserisce le sue intenzionalità psicologiche e formali. Questa basilare differenza fra
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come attore, ma recuperando dentro di sé i dati formali, mentre nella fase attuale della pop-art, lo spettatore è lasciato sull’orlo dell’oggetto come
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d’un architetto, che, anche nell’ingegnere, non ci fosse una larvata proiezione delle condizioni formali e non solo tettoniche a cui doveva
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’opera d’arte in sé, come realtà pura, ma quando siano adoprati a indagare la storia dei mezzi formali usati, che è quanto dire a collocare l’opera d
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per la valutazione in sé dell’opera d’arte, non rappresentano categorie formali, ma costituiscono i criteri per ricollegare e leggere l’opera d’arte
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, ma solo delle strutture formali adatte all’esperienza diretta, in quanto sfera immediata offerta ai nostri sensi. Queste strutture, o schemi spontanei
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