non l’effetto. E a questa perdita si ricollega l’evidente decadenza d’ogni ideologia: di ogni ideologia, e non solo del marxismo, avanza ormai solo
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è precostituito e non produce effetto diverso da quello che può essere il movimento dell’acqua in una fontana, o nei giochi d’acqua, o le mosse di un
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fin qui [sulla realtà esistenziale]. L’efficienza dell’opera non ha niente di un effetto. Si fonda nel mutamento che avviene nell’opera dell’esistente
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offre le caratteristiche di una causa, che abbia cioè per conseguenza un effetto. Ratio e conseguenza non sono la stessa cosa che causa ed effetto
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’ente, sia considerato come ente sia come effetto.
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causalità, rispetto al principio di identità, è l’impossibiltà di definire la causa con se stessa, senza l’effetto. Si può dire, non c’è effetto senza
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cui riflessione aveva portato proprio alla formulazione del sintetico a priori di Kant. Al meccanismo inderogabile di causa-effetto Kant contrapponeva
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pacifico che la verifica sperimentale, che assicura su basi certe e non supposite, la correlazione effettiva di causa ed effetto, si può avere solo
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’asserito nesso di causa ed effetto risulterebbe un’asserzione arbitraria o al più probabile, frutto d’opinione e non di scienza. Ma che cos’è la qualità
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Heidegger al principio di ragione di Leibniz, là dove osserva che vi è differenza fra ratio e conseguenza, causa ed effetto. Il facile scambio fra la
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corrente elettrica-illuminazione si presenta come un rapporto causale tipico, l’illuminazione essendo effetto, mentre col secondo caso, l’accensione
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mediante la considerazione storica e concepiti come isolati, corrispondono alla causazone adeguata dell’effetto; mentre questa sarà accidentale «laddove
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effetto, e neppure ratio e conseguenza: non si risolve al livello intenzionale, proprio perché l’antitesi, in quanto negazione, si contrappone, non si
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