premura distaccata, se non con la stessa curiosità avida ed aggressiva, — gli aristocratici della nobiltà romana, i neri due volte, tutti per il
Pagina 254
» di Torino, i «Tre» della scuola romana di Via Cavour, e, più tardi, i «romantici» espressionisti di «Corrente».
Pagina 26
cinquantenne numero uno della «scuola romana», presenta alla Galleria «La Tartaruga», con uno scritto in catalogo del poeta Attilio Bertolucci; il quale così
Pagina 263
di Raphael si ripropone e acquista attualità il problema dell’origine della pittura «romana» dopo la esperienza novecentesca. Chi studierà della
Pagina 268
felice romana negli anni a cavallo del 1930. Gli altri due furono e sono italiani inequivocabilmente: dai furori «cattolici» di Scipione, al patetico e
Pagina 270
della «scuola romana».
Pagina 272
Rosai e le intuizioni della «scuola romana», che ci pare prosegua la lezione di Rosai e che sia, quanto a novità e urgènza, assai meno «fuori» del clima
Pagina 275
premesse. L’antinovecentismo novecentista di Scipione (come più tardi quello di «Corrente» o come, contemporaneamente alla «scuola romana», quello dei
Pagina 275
Scipione e, conseguentemente, della paesistica — almeno — della «scuola romana di Via Cavour». Per esempio nel quadro «Casa toscana» (1919-20) della
Pagina 276
«scuola romana», sono da studiare numerose altre opere: il «Pino e cipressi» della collezione Michelangelo Masciotta (1922), il «Cortile» della
Pagina 276
favorevole alla sua possibilità di «tenuta»: quel limite «distanziarne» in virtù del quale gli eroi della vita popolare romana sono visti da Ziveri
Pagina 281
dedica il giusto spazio, al fatto che la Scuola romana debba davvero qualche cosa al maestro, quella dolce e intensa arrossatura e indoratura di
Pagina 297
tragico pallone infarinato di luci, dove si aprono occhi di pagliaccio cerchiati come mammole, della «Figura romana» (che ricorda i disegni di Scipione
Pagina 310
protagonisti della Scuola romana? E quale scultore senti di aver da spartire qualche cosa, come realista del 1945, con Mirko, per esempio o con la
Pagina 323
operosamente critico, riabilitativo di certi valori e di certi risultati: tanto più che vicino alla scuola romana, ai «Sei» di Torino, e, più tardi, al
Pagina 324
della «scuola romana di via Cavour» altro è il clima, così tenero e pungente, così intimo, del fantasticare, tanto che alle donne in compagnia di
Pagina 325
tempi, in extremis, lo stesso Mafai, — per limitarci ai protagonisti della scuola romana — hanno operato un radicale mutamento del loro stile, arrivando
Pagina 328
Ma se Capogrossi è forse l’unico tra gli artisti della scuola romana che si è rinnovato in radice, i risultati di questo rinnovamento sono
Pagina 329
Vili Quadriennale d’arte di Roma. E non solo perché dallo «sguardo alla giovane scuola romana dal 1930 al 1945» si ricava con soddisfazione quanto
Pagina 330
e limitanti (la scuola romana al posto d’onore, la scuoia romana e non, insieme ad essa, la preistoria dell’astrattismo in Italia, per esempio) fosse
Pagina 331
La Mostra della «scuola romana» non viene seconda nell’ordine degli scandali di questo tipo: diremo appresso in che modo il fronte astratto prese
Pagina 332
scuola romana con Scipione e Mafai...». Sacrilegio! Confondere — tuonarono gli astrattisti — Licini e Soldati con i chiaristi, mettere sul medesimo piano
Pagina 334
eccellente scelta di alcuni altri, poneva intanto quasi provocatoriamente la ipotesi di una aggiunta: quella della «scuola romana», non come una svolta
Pagina 336
antinovecento novecentista. A proposito dei contatti fra i maestri del Novecento, da una parte, e scuola romana dall’altra, la recente mostra retrospettiva a
Pagina 337
Certo, se non sono accettabili le ipotesi di accostamento fra il Novecento e la scuola romana prospettate dal Crispolti per liquidare negli anti
Pagina 338
iniziale della scuola romana, ma assai energico nella determinazione psicologica e morale: tutti artisti, i Pirandello, gli Stradone, i Guttuso, i
Pagina 338
Veniamo ora più da presso alle opere e agli artisti della scuola romana, pupilla di questa ultima edizione della Quadriennale d’arte di Roma
Pagina 340
Castelfranco, assorbito nella sua diligenza, si sia curato di certe problematiche. Intanto ci pare che anche in una mostra «romana» dell’antinovecento, certi
Pagina 341
Non è stato altresì tentato il raggruppamento vicino alla «scuola romana di via Cavour», come la chiamò Roberto Longhi (Scipione, Mafai e Raphael
Pagina 342
Il critico si manifesta molto scettico sul tonalismo, inteso questo sia come peculiarità o caratteristica della scuola romana, ruotante intorno a
Pagina 344
pensiamo di fare opera non del tutto cronistica, ricordando che il tonalismo in Italia si confuse, prima, con una sorta di compromesso fra la scuola romana e
Pagina 344
Giorgio Castelfranco ha poi voluto — e ci pare Un saggio proposito, questo suo — interrompere al 1945 lo sviluppo, o la vita, della «scuola romana
Pagina 345
Un altro aspetto del cammino dell’arte romana dal 1940 al 1945 ed oltre che dalla mostra non emerge in maniera evidente, non solo per la scarsità
Pagina 346
romana che iniziata con Scipione e proseguita con Mafai, ebbe vari seguaci pettinati e alcuni fratelli indisciplinati: Pirandello ad esempio e Stradone
Pagina 346
di Guttuso con il gruppo di «Corrente»: non che l’artista siciliano si sia molto arricchito nella sua permanenza milanese dopo la prima sosta romana da
Pagina 347
» romana.
Pagina 348
Tentare una analisi dei singoli quadri allo scopo di tracciare una prospettiva concreta dell’arte romana dal 1930 al 1945 non è agevole e forse
Pagina 348
romana dal 1930 al 1945». Lo Stradone di vent’anni dopo ci appare con voce più tenorile, con immagini più labili e indistinte dentro atmosfere
Pagina 364
di scultrice adulta, è Antonietta Raphael Mafai, la Ninfa Egeria della «scuola romana», un tempo eccezionale pittrice e successivamente sacrificante al
Pagina 375