interessante delle sue precedenti, quella prima, del dinamismo tonale e plastico, e quella «materica», delle luci rilevate), ma piuttosto una riserva
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memoria («Pioggia»); ora, infine, in quelle costruzioni rilevate di forma quadra, dal cieco sorriso («Lanterna magica», «Isolotto viola») un senso di favola
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così sganciato dai valori plastici, così «antinovecento», questa sua felicità grafica; certo De Pisis non prediligeva le forme chiuse, rilevate e
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