Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: maestri

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Personaggi e vicende dell'arte moderna

260908
Venturoli, Marcello 43 occorrenze
  • 1965
  • Nistri-Lischi
  • Pisa
  • critica d'arte
  • UNIFI
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: ma dovette smettere gli esercizi al trapezio in seguito ad una caduta. Divenne modella; i maestri impressionisti la predilessero, fu eroina di

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coi Maestri dell’Impressionismo, esprime quasi fisicamente la distanza che intercorre tra lui e loro: come se l’impressionismo della grande scuola sia

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stabili a Parigi, aveva appena vent’anni: i maestri impressionisti avevano già persuaso i primi mercanti e non era lontano il momento in cui un

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rimase sempre legato agli schemi pittorici dei grandi maestri della prima fioritura impressionista: il suo limite e il suo maggior merito fra tutti i

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Cézanne, nella sua pittura, ma che, alla fine, la voce alta di questi maestri non facesse frastuono con la sua; la quale pure esisteva, dolce, capace

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intelligentemente condizionata alle «leggi» e alle scoperte di una dozzina di maestri francesi dopo Cézanne, che la lettura della sua mostra offri

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senza rinunciare ad alcuna delle grandi scoperte di stile dei maestri del passato, anzi, nutrendo di quell’altissimo magistero situazioni della realtà

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Con questo non vogliamo affatto concludere che quella fosse la via migliore da seguire da parte dei maestri che si formarono nell’avanguardia storica

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; ma sarebbe un errore critico voler rapportare la pittura del norvegese a quella dei maestri della seconda fioritura impressionista, per concludere

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Pittura, e nel 1950 nella retrospettiva dei «Maestri del cubismo».

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dopo. Benché a Parigi continuassero a crescere maestri isolati della grandezza di Matisse, Braque, Picasso, il movimento estetico più seguito era

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Come Fautrier, egli, assai più di tutti gli altri artisti degli «ismi» non storici ora nominati, si lega all’insegnamento dei maestri francesi, da

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«umanizzazione» dell’immagine e del linguaggio, rigenerato con l’aiuto dei Maestri: tutte le fasi dell’arte di de Staël sono in certo senso «mediate», e tutte

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Sono passati dieci anni dal primo grande avvenimento d’arte dopo la Liberazione, la Biennale di Venezia del 1948: nella quale i maestri d’avanguardia

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operarono i primi maestri astratti potesse avere una ragione di essere anche oggi, dopo una seconda guerra mondiale; ma dinanzi alla mostra

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trentennio almeno di arte italiana. Tra la generazione dei Maestri, cui De Pisis appartiene a buon diritto, e la nostra, corre quasi un’epoca; ma la

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maestri ottocenteschi e, dall’altra, senza rinunciare ai valori della avanguardia; la istanza, infine, a raccontare con un impegno più dichiaratamente

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l'impegno del colore, l’antica e perenne lezione dei grandi maestri dell’impressionismo. Ma non echi e modi di riverbero, traduzioni o interpretazioni

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paesaggio o natura morta, così come noi siamo abituati a ritrovare nel cammino dei maestri della «generazione di mezzo»; la materia pittorica è il colore ad

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recente e diretta tradizione, né ebbero statura paragonabile a quei maestri; ma come non si può parlare di paternità o di influenze determinanti nella

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parnassiano, o magico, o ermetico, di cui poco o tanto furono investite le opere degli altri Maestri, coetanei di Rosai. E che Rosai — aggiungevamo nel nostro

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Non si tratta qui di negare o... permettere all’artista di scegliersi nel Seicento o nell’Ottocento romantico i suoi maestri, si tratta piuttosto di

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meno sulle opere ultime e più su quelle in certo senso meno polemiche ed esplicite, quanto a scelte di maestri. Arcaici, fuor della linea di sviluppo

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, e non quello, armi e bagagli, dei maestri antichi.

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linee di sviluppo dell’arte di uno dei maestri del Novecento più vitali e patetici: è invece, sia nella sproporzione della scelta, dove prevalgono

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studiare i maestri dell’Ottocento (E che altro, se no?) ma dopo una ventina di giorni fui rimpatriato mezzo morto dì fame. A Bergamo i fratelli facevano

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Maestri che abbia contribuito a tener saldo il legame della nostra «provincia» con l’arte migliore d’Europa.

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maestri, precisi? È, intanto, nella libertà fantastica e spirituale del pittore di fronte ai suoi personaggi, è nella interpretazione dei Fauves in un

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, come polemiche e negatrici dell’arte dei «maestri», operando una frattura col momento novecentista, l’arte che nacque dopo la Liberazione si distingue da

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lezione dell’avanguardia, in quanto c’era di meglio in Italia (sopratutto in Morandi) e in quanto di stupefacente aveva dato la generazione dei Maestri

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del Novecento, e che, tra la generazione dei «maestri» (i Carrà, i Rosai, i Sironi, i Morandi) e quella dei giovani ribelli del tipo di Ziveri, Stradone

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dialettica anche nella generazione precedente a questa, la generazione dei maestri del Novecento, soltanto che la misura tra passatismo e avanguardia

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maestri del Novecento una maggior carica rivoluzionaria di quella che ebbero gli antinovecentisti, nel senso che i Carrà e i Sironi sarebbero stati più

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Giorgio Castelfranco, Marco Valsecchi, Emilio Greco, Emilio Lavagnino organizzarono la Mostra dei Maestri (del Novecento).

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Maestri fu quella di scindere dagli autentici valori raggiunti nel periodo novecentista, gli errori e le storture del Novecento littorio; ovviamente

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confronti dei nostri maestri. Scriveva in argomento Eugenio Battisti: «Visitando la retrospettiva, incombe un confronto veramente minaccioso, di un

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quella data; essi infatti dettero dentro quel tempo (1930) opere definitive. Certo i risultati migliori dell’arte dei maestri dopo la fioritura

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Ma i giovani cultori degli ultimi «ismi», gli oltranzisti capitanati da Lionello Venturi, videro nella mostra dei Maestri il pericolo di un equivoco

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Poi ci fu chi, ponendo l’accento sull’intima differenza sentimentale e psicologica tra l’arte dei Maestri e quella dei giovani ribelli, si

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Da questo quadro di teorie e di psicologia si può facilmente intendere perché gli astrattisti abbian considerato la mostra dei maestri come un

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antinovecento novecentista. A proposito dei contatti fra i maestri del Novecento, da una parte, e scuola romana dall’altra, la recente mostra retrospettiva a

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«Sei», qualche altra dei Maestri del Novecento eseguita nella stessa epoca in cui operarono i giovani ribelli, qualche altra dei chiaristi e qualche

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tattili di una forma che non abbia bisogno della «luce» per comunicare la sua evidenza — con le sculture di taluni altri maestri che operarono nello stesso

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