Ma, a ben guardare negli sviluppi dell’arte di Bonnard si scorge che fu per lui un problema davvero difficile, una specie di felice scommessa contro
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, tra luci arancio e rabeschi di seta, acque di colonia sul saldissimo corpo? Bonnard è in questo incanto domestico, tinto di felice rassegnazione. Si
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le tappe di un cammino felice e in ascesa. Vuillard, al di fuori della ragione storica dell’impressionismo così come noi abbiam voluto presentarla
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Diremo invece che la più costante caratteristica dell’opera del Maestro è la sua mutevolezza, quel trascorrere felice e vittorioso da «ismo» a «ismo
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artista, dovettero razionalizzare lo choc, dare definizioni a quel senso di felice panico che li assaliva dinnanzi al fenomeno Picasso, escogitare
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felice grande tradizione impressionista (la misura astratta di quei rapimenti sensibili) quasi che per l’artista il messaggio dell’espressionismo e
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esempio, di un Bonnard, ma con una nuova e felice dimensione del decorare: libertà di essere somigliante a una forma della tradizione, ma
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elementare pupazzismo: insomma Kandinskij è astratto per davvero, e il suo essere astratto non è una rinuncia a dire, ma la pazienza felice di dire sempre con
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Proseguendo la felice serie di mostre monografiche e di raccolte di collezioni private, la Galleria Civica d’arte moderna di Torino ha organizzato
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crescita faticante e felice di forme nello spazio, che si motivano nella particolare loro vicinanza, sutura e spazialità.
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conoscere in Italia le opere di Bacon e felice interprete dell’arte sua, sopratutto nella indagine del periodo di mezzo della pittura del Maestro.
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stesso timido; netto, con la autorità quasi meccanica del grafico industriale e tuttavia sviluppato nel giro di una felice incertezza, quasi che la penna
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costanti di Shahn è la sua insopprimibile carica documentaria, la sua felice capacità di porgere la sua America; oppure quell’altro squisitissimo
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Barilli in un felice suo saggio su Giacometti (Letteratura, 1962) non sono mai un commento «civile» o sociale, una presa di posizione verso una classe o
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azzurrini tratti su dalla tavolozza come pesci boccheggianti, felice e intento.
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, De Pisis pianse vere lacrime: quel simbolo felice, portatore di colori gai, incredibile ripetitore delle voci del mondo, era senza dubbio il suo più
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dei valori plastici, in piena parità di risultati, anzi con qualche punto all’attivo per Melli, assai più «prudente» e felice nel tirar dentro il suo
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Con questi versi cominciano le ultime poesie del pittore scultore Roberto Melli, recentemente scomparso; e questi sono i versi di chi, pur felice di
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Ricco di umori, irrequieto, dotato di una felice distrazione critica che, dinanzi alla tela, diventa fattiva attenzione, Mafai oscillò continuamente
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felice romana negli anni a cavallo del 1930. Gli altri due furono e sono italiani inequivocabilmente: dai furori «cattolici» di Scipione, al patetico e
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quasi il carattere di stranieri in patria. Essi non ebbero, come accade per esempio nel felice «momento» impressionista in Francia, il conforto di una
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Ma i momenti di felice ripresa, di toccanti e validissime intuizioni pittoriche sono così frequenti nelle opere del Maestro negli ultimi tempi, che
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trucca» del 1938, ma nella loro felice tensione evocativa, risultano assai più «moderni» di molti suoi quadri più recenti dove i personaggi sono
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: ora con la intuizione felice di una riconquista impressionista, ora con puntate audaci e acerbe nei modi delle prime avanguardie, ora con viaggi
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superiore del felice ritratto di Spazzapan (da cui lo stesso Melli prenderà luci, tono e tocco) che è del 1930, alla «Figura rettorica» (1931) all
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alla realtà con un altro animo. Egli è un esperto e felice viaggiatore, egli sa che cosa vedere e che cosa scartare, sa, soprattutto — coadiuvato anche
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che il suo viaggio figurato di Calabria costituisca un serio e felice sviluppo della sua passata pittura, ma non mai una contraddizione, o un
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dello Spazzapan del felice periodo «avanguardistico» dal 1940 al 1950 («Composizione astratta», «Fiori», «Composizione geometrica», «Santone») ma nell
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«lezione»: ché nelle sculture e nelle pitture di questi pionieri delle attuali avanguardie circola una convinzione tanto felice quanto impegnata, si
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calvinista dell’astrattismo. Tanto è vero che, felice della riuscita, a suo giudizio schiacciante dell’ala astratta e informale, sulle forze della reazione
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la loro bella attitudine ricettiva della lezione di Picasso, così tardi arrivata dentro i nostri confini e dai due percepita, anzi aggredita con felice
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qualsiasi altro; e in tal senso si potrà — afferma il critico —parlare di tono. Aggiunge poi — e questa seconda osservazione ci pare più felice, oltre che
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, artisti il cui momento più felice è restato quello della intuizione quasi folgorante dei modi di avanguardia.
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legato al clima arcano del tono. Vi è più di un quadro di Guttuso nella Mostra alla VIII Quadriennale che sta a segnare questa felice bivalenza, tra tono
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Arcangeli altre opere di più intensa e felice esplosione come «Per un giudizio secondo» dipinto estremamente vario e ricco di soluzioni materiche fino alla
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di impasti, una intuizione felice a scegliere per i contorni delle sue figure e delle sue cose nella notte, bordi e aloni di luci: vibrano di un’aria
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bianco, l’uomo scimmia col fiore mostruoso del telefono alla tempia, la bocca infarinata di baffi, le mani paonazze. E come è felice, nel fondo pur
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rigorosa, esce dalle secche letterarie e simbolistiche, anche in virtù di quel felice appuntirsi delle chiome in una sorta di elmo fogliuto, che è il
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Nella scelta operata fra le sculture sue eccellenti, Emilio Greco questa volta non ci pare sia stato felice; le sue bagnanti e pattinatrici, messe su
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rimanere in soggezione di queste forme, lo scultore di Lomazzo sembra le adoperi con la più felice consapevolezza, per esprimere un contenuto preciso
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vuoti avessero assunto collocazioni e misure diverse, in virtù di una legge ignota; ma la materia non si articola e non cresce con la felice unità di
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via di Palermo» — il meno felice che noi abbiamo potuto vedere nella ricca produzione di Attardi — è una inerte mescolanza, in tanto agitarsi di
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felice a crescere e ad espandersi, di una totale liberazione dalle strette logore di questo vecchio mondo.
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rigoroso, una armonia gentilissima e sorridente: per la raggiunta tensione dentro uno spazio finalmente sgombro del superfluo, per la felice unione di
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Schmidt-Ruttluff; d’altra parte, al di fuori di questa felice stagione, illuminata dal cupo sole della Brücke, nell’età di mezzo e in questa ultima
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numerose proposte formali sempre in felice rapporto col contenuto, Alberto Burri, il quale a buon diritto ci sembra sia ormai divenuto il leader dell’arte
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felice realizzazione plastica di sentimenti finora detti attraverso modi assai più recitati o mediati: la desolazione mai rinunciataria che i «feriti» e
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felice libertà da Manet e Renoir all’aria aperta fuor dei limiti «storici», ma quasi il presupposto. Effettivamente, la rivoluzione degli Impressionisti
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, cedono il campo al geniale entusiasmo, alla felice e intensa tavolozza di Delacroix, il quale dipinge con una libertà così prepotente, inventa con
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