e, sotto sotto, critica personalità di Vuillard, non era semplice.
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Munch è senza dubbio uno dei padri degli espressionisti, come un trentennio di illustre critica d’arte ha ormai sottolineato; ma lo è soprattutto per
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appagatezza in cui operarono gli Impressionisti (in un mondo di credute e dirette sensazioni) al mondo della revisione critica, alla indagine psicologica
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impressione molto soggettiva che pure ha il suo peso nella indagine critica) che davanti a una litografia o a una xilografia di Munch si arguisce finalmente
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consapevolezza critica le ragioni dei nostri entusiasmi per il pittore, vedere come noi siamo oggi, alla luce di come è stato Picasso ieri.
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, il colpo di grazia. Picasso ha abituato la critica, il mondo dell’arte, il mercato, alla libertà, al rispetto della novità, al culto di una perpetua e
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Uno degli argomenti in cui si è spesso dibattuta la critica su Braque è quello del confronto con Picasso; confronto che non è mai illuminante
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Sarebbe davvero da stupirsi se pubblico colto e critica responsabile non riuscissero ad orientarsi su opere di pittura che hanno ormai quarant’anni
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dei suoi contemporanei, anzi la critica.
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accettazione condizionata di un momento dell’artista reputato dalla critica come il più tipico, la fase cioè figurativa (per noi di gran lunga meno
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inattuale; non tanto perché l’impegno morale ed umano dei migliori realisti ci persuade del tutto, ma perché non credevamo che la fase critica in cui
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prudenza al metodo del caso per caso. Di temperamenti poetici, di autentici pittori, qualunque sia la loro partenza e la loro ideologia, arte e critica
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Il pittore Mario Mafai è artista e maestro così conosciuto in Italia e così seguito dal pubblico e dalla critica, da sostenere con disinvoltura anche
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Ricco di umori, irrequieto, dotato di una felice distrazione critica che, dinanzi alla tela, diventa fattiva attenzione, Mafai oscillò continuamente
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Dalle personali ordinate alla Biennale di Venezia a quella di Ivrea del 1957, il discorso su Rosai, già così ricco e positivo nella critica italiana
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timbrica, dei quadri di Scipione? Ma qui il discorso, per proseguire con utilità critica, dovrebbe farsi meno «imbastito» e vi dobbiamo rinunciare.
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alla critica anche più cauta pensosi interrogativi e prospettano istanze insospettate. Per noi che abbiamo seguito passo passo dal 1938, appunto, gli
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critica; e Palma Bucarelli, che ha presentato l’artista nel laborioso ed esatto catalogo, ha avuto modo di tracciare attraverso la storia della pittura di
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quale però non si è verificata — di una consapevolezza della critica e dell’arte italiane intorno al 1945, dei valori dell’antinovecento: proprio allo
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accennato di già in questa nota e nel corso della nostra critica militante) spesse volte così «unitari», così poco marginali ed epidermici, da far
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seppellire i vivi d’oggi con i vivi di ieri: il che fra l’altro è un errore tattico, se di tattica si può parlare in questa nostra attività di critica
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eccellente, ma nel gran quadro al fondo di parete, alquanto privo di ragion d’essere. Ci parrebbe però assai poco solidale la nostra critica su quest
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accettare questa «lebbra» plastica come «critica» nei confronti del «Tirannicida», del «Re» e della «Regina», perché applicarla anche al «Superstite» e al
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critica: diciamo dunque che Sandro Cherchi sta ad Angelo G. Maine, come Carlo Ramous sta a Mario Negri. Lo scultore Maine è nato alla fine dell’altro
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— quante sono quelle esposte — non bastano a fare la solenne retrospettiva che il momento richiedeva, dopoché la critica anche più prudente si è
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Su Brancusi uomo e artista in questi cinquantanni sono state espresse opinioni parecchio contrastanti, anzi opposte: ciò è accaduto perché la critica
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critica internazionale; a noi sembrano sempre quelli, con scarso potere stimolante, «fatti di gusto», di un momento precedente a questo ultimo «informale
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