la produzione dell’artista nel giro di una stagione irrepetibile, specchio di un sentimento del mondo, «negativo», anarchico, fuori dei binari delle
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perpetui addii da Roma e dai suoi consunti monumenti, quanto c’era di sensuale e insieme di mistico, di anarchico e di conformista; la crisi, insomma, di
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dire, se la affermazione non suonasse paradossale, che la protesta di Spazzapan fosse di un tipo anarchico particolare: nell’animo dell’artista
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sapremmo facilmente come definirlo; se un anarchico di destra, o un liberale mancato, o un ex fascista dal più bonario cupio dissolvi, o un ex frondista
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rinunciato a nessuna delle sollecitazioni della realtà e delle fonti culturali: il contadino rumeno è tutt’uno col raffinatissimo anarchico di Parigi
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