occasione della XXVII Biennale di Venezia costituì senza dubbio l’avvenimento più importante della rassegna internazionale, sia perché la complessa
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geniale, sempre allarmante Eduardo Paolozzi, uno degli scultori della invidiabile scuola inglese dopo Moore (anch’esso più volte noto a Venezia, ai
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’arte 1960 esposta a Venezia. Il padiglione spagnolo presenta addirittura una scuola di materici ossessivi, capitanata da Luis Feito, che noi saremmo
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L’omaggio a George Braque, il settantaseienne maestro d’avanguardia francese alla XXIX Biennale di Venezia in una sala del padiglione italiano
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Nel 1948 Braque venne a Venezia, dove fra l’altro visitò la mostra della figlia della signora Guggenheim al «Cavallino», ed ebbe le accoglienze
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Non c’è forse mostra di artista vivente in questa XXX Biennale di Venezia, più indifesa e impreveduta per il pubblico medio — e non solo per esso
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cercato di mettere in luce esaminando l’arte di parecchi altri espositori di qualità alla XXX Biennale di Venezia. A noi sembra che, magistero formale a
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Come accennavamo al principio di questa nota, nella mostra di Braque alla XXIX Biennale di Venezia non sono molte le opere che si prestano a
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Francia, negli Stati Uniti (roccaforte del Surrealismo intorno agli anni Quaranta) e nel Messico; né la Biennale di Venezia, benemerita altresì per la
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Nel saldare alla mostra personale di Magritte (nel 1954 alla Biennale di Venezia) questa interessante e difficile, messa insieme alla Galleria L
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Sono passati dieci anni dal primo grande avvenimento d’arte dopo la Liberazione, la Biennale di Venezia del 1948: nella quale i maestri d’avanguardia
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singolare realista, ma perché dalla mostra personale di Ben Shahn alla Biennale di Venezia del 1954 ad oggi, il mutamento del gusto ha creato
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statura media, schivo e inquieto per quella sua necessità difensiva, Giacometti restò a Venezia diversi giorni ospite del padiglione italiano ai
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, insomma, non si poteva neppure urtarsi a Venezia in quei giorni, senza che anche l’urto fosse «artistico».
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Parigi e di Venezia, capace — diceva De Pisis — perfino di mentire. E quando Cocò fu ucciso, sembra, da uno dei giovinastri dei quali il pittore era amico
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quasi visivo della immagine che lo commosse; eppure la Venezia di De Pisis pare Parigi, e Parigi Roma, tanto poco il pittore si preoccupa di documentarsi
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. Benché opere di Viani, raccolte amorevolmente si siano viste alla Biennale di Venezia del ’50 e da li riesposte all’ultima Quadriennale, la retrospettiva
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Venezia) e così via. Ora, che Mafai faccia la astrazione più estesa, senza i «compromessi» dei mezzi termini, come all'epoca dei suoi «mercatini», non è
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Scrive Lionello Venturi che presenta la mostra retrospettiva di Luigi Spazzapan in una sala del padiglione italiano alla XXX Biennale di Venezia, che
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Dalle personali ordinate alla Biennale di Venezia a quella di Ivrea del 1957, il discorso su Rosai, già così ricco e positivo nella critica italiana
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Encomiabile la fatica della Direzione Belle Arti del Comune di Venezia, che quest’anno ha organizzato una grande mostra del pittore Virgilio Guidi
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Moderna di Venezia, e di Toni Toniato e comprende una novantina di opere quasi tutte ad olio, tranne le quattro teste di donna (riunite su un unico
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quello della «Visita» signoriniana nella grande mostra di Guidi alla Biennale di Venezia del 1948. Secondo Marchiori questo momento — che ebbe inizio
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nelle sue tragedie senza voce, nelle sue sceniche tempeste di virgole animate, che non nei paesaggi di Venezia dagli anni 1928 al 1943, di cui nella
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inerti e confuse, che rendono monotona la Mostra, togliendo a chi ricorda dell’artista opere figurative di altissima qualità non presenti a Venezia, il
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Le centocinquantatre opere esposte nella mostra storica del futurismo alla XXX Biennale di Venezia (sale I e IV) costituiscono nel padiglione
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La mostra storica del futurismo alla XXX Biennale di Venezia può essere esaminata sotto tre aspetti: prima di tutto sotto quello degli avvii, vale a
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scultrice francese, che furono esposti a Venezia nel ’52, né il gusto decorativo del Fabbri si avvale di un sufficiente distacco, come per altro avviene in
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grafica, in parte già conosciuta dai romani, costituì — come noi scrivemmo distesamente — il fatto più alto e originale alla XXX Biennale di Venezia
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» dei mattini di Lipari, che noi presentammo in una bella mostra di Gianquinto in una galleria di Venezia qualche anno fa: ma, ovviamente, non si tratta
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, quelle «luci a Venezia» così inconfondibilmente fruste, e chiare e silenziose, così prive, se vogliamo, di dramma civile, eppure così civili in questa
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Un altro momento assai memorabile della storia del pittore fu quello della sua mostra personale alla XXXI Biennale di Venezia, dove l’artista, nel
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Mostra, questa storica del futurismo alla XXX Biennale d’arte di Venezia, che più si vede, più si trova valida: punto di partenza di problematiche di
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Insomma, siano queste od altre le ragioni che spinsero Brancusi a scartar Venezia come sede di ima Mostra (nella quale l’artista avrebbe avuto
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primitiva idea del 1920, è una cosa diversa da quella del 1940 e da questa della collezione Rubinstein, esposta a Venezia.
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alla Biennale di Venezia — «estratti dal cestino... dall’arsenale dei rifiuti, dal mucchio delle macerie, che egli montava e incollava facendone opere d
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Una delle retrospettive più interessanti della XXX Biennale di Venezia e, senza dubbio la più importante mostra del padiglione tedesco, è quella di
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Completano la bella mostra dell’arte tedesca a Venezia Ernst Weiers, un villoniano figurante assai preciso e denso, che deriva anche da un certo
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margini del deserto, per aver diritto di cittadinanza a Venezia.
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Coloro che, come noi, non si sono mostrati del tutto concordi con le scelte degli artisti e delle opere della XXX Biennale di Venezia, debbono
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Emilio Scanavino presenta a Venezia pochi quadri assai calibrati: due di misura grandeggiante, tre medi e due piccoli, dando ancora una volta ottima
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, in omaggio a una concezione dell’arte in astratto. Né ci pare che il pessimismo espresso in molte tele e sculture della Mostra di Venezia sia di per
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Nella Mostra di Delacroix alla XXVIII Biennale d'arte di Venezia è collocato nel posto d’onore uno dei capolavori del maestro, appartenente a questo
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del motivo di «Cristo sul lago di Génézareth», le due presentate nella XXVIII Biennale di Venezia, entrambe compiutissime, sono autentici capolavori
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