dialettici, i critici spaccacapelli a mettere in dubbio la necessità di una resa pittorica così «priva di problemi».
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Nello stesso clima di resa immediata, senza vagheggiamenti formali, sono le opere che portano il titolo «Lo Specchio», «Interno con due bambini
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gugliata», «Gli orecchioni», «La porta aperta» dove l’immediatezza tra visione e resa si estrinseca nelle tappezzerie, nelle luci e nei controluci degli
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una realtà aggredita e amata con gioia truce, l’effusione sempre chiusa e resa plastica nel segno, la psicologia e la tipologia dei personaggi fatta
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resa leggiera ed uniforme, come se le passate «consistenze» quasi organiche, avessero alzato la bandiera bianca della «pulizia», della «grazia»: olio su
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bagliore vitreo della pupilla: questa di Sugh: è gente che non si arrende, resa vigile dalla propria infelicità.
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quadro; questi dei dada furono invece i primi «brandelli di realtà» significanti, la prima immissione bruciante in uno schema mentale di una entità resa
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bonaccia, di immobilità, resa plastica dall’orizzonte sul quale si allarga un’ombra tempestosa anziché il chiarore, le onde nere nell’acqua
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Accademia della crusca
