illustrati) è già stata accolta con la dovuta larghezza in due famose edizioni della Biennale: nel 1948, anno nel quale l’artista meritò il Gran Premio di
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citare soltanto taluni degli appellativi che si ebbe — era venuto a Venezia anche per ricevere il massimo premio internazionale, a coronamento di tutta
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meritare il massimo premio — non volli avvicinarlo, anzi, se lo vedevo a far da custode ai suoi pezzi nelle sale del padiglione, tiravo di lungo, per
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«incapacità» alla sua «insufficienza»: «sono tanti anni che lavoro e non sono niente contento. Ho vinto il gran premio? Dice che non c’era altro
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culturali che stanno dietro questi quadri. Ci bastano i quadri; la loro qualità è insieme garanzia della loro necessità spirituale, il premio a una
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