finite e non finite, dà a chi guarda la misura di una vaghezza, di una sospensione che non sono certo... di Ingres. E così il «Pierrot» (1929), il cui
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riassunti in tre: di una donna che legge (di profilo); di una donna che pensa (di fronte); di una donna che, pensando ciò che ha letto, guarda (di
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Chi guarda, aspetta una pittura statica, come ha sempre apprezzato, i cui canoni sono conosciuti, le cui forme si sono stratificate nella sua mente
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figure in movimento, sono persone che vivono — e fanno vivere a chi le guarda — stati d’animo, sentimenti successivi nella stessa unità di tempo. Tutta
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fino a romperla, ad una automobiletta per terra. Le mani immense, la veste rigida, il viso che guarda come ascoltando, sottolineano questa pressione
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», quella programmatica antiretorica nelle gamme tenute e dimesse, quel continuo sperimentare nel nobile «esercizio» possono creare nell’animo di chi guarda
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, sempre più «finale»: dove l’artista, già nonno per età, guarda ai nipoti di questo mondo col sorriso di una vita spesa bene, ancora intatto.
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guarda non si chiede mai (come avviene dinnanzi ad opere dichiaratamente simboliche) cosa abbia voluto esprimere il pittore al di là della presenza
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calzoni di illuminista e dalle fedine di Santa Alleanza; costui guarda nel vuoto i «soggetti» cui l’arte deve «ispirarsi» in un modo così fallimentare!
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guarda le opere di Manzù subito si allieta di sentire la vena fresca e popolare del sentimento percorrere e avvivare le forme. «Che Manzù sia un artista
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sguardo, oppure dalla bonaria ironia di Muscetta, o, infine, dalla faccia ispirata di Umberto Saba che ci guarda con gli occhi viola della figlia
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, piuttosto una fatalità di cui non è indenne chi guarda.
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guarda un quadro cubista — osservava il maestro tedesco — il punto di vista dell’osservatore va inevitabilmente e automaticamente cambiandosi mentre lo
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