Già nel 1953 in una delle più memorabili edizioni della Mostra Francia-Italia, avemmo occasione di ammirare una scelta delle opere del pittore Jean
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Il «caso» di Munch è ben diverso. Egli appartiene al gruppo di quegli artisti profondamente inquieti e curiosi che vennero in Francia a capire se
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portare in patria sull’ala della fantasia tutte le scuole di Francia, seppe mostrarle già innestate, senza la compunzione del neofita e dell’ultimo
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, fuori di Francia, era piuttosto conservatrice, quanto a linguaggio, e neppure in Francia, rivoluzionaria; all’epoca del «ritorno all’ordine» e subito
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Francia, negli Stati Uniti (roccaforte del Surrealismo intorno agli anni Quaranta) e nel Messico; né la Biennale di Venezia, benemerita altresì per la
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Francia; mai si poté dire di lui che egli fosse il Bonnard, o l’Utrillo d’Italia; una radice profondamente nazionale, nonostante l’apparente labilità e
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il futurismo, anch’esso, fra l’altro, interprete maldestro delle intuizioni cubiste in Francia.
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generazione anzianotta dei pittori di Francia: di quadri come «La luce ritorna luce», che è il più intenso e vibrante della Mostra, nella Rassegna torinese
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quasi il carattere di stranieri in patria. Essi non ebbero, come accade per esempio nel felice «momento» impressionista in Francia, il conforto di una
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, portato in Italia, portato in Francia, a Praga, a Vienna, a Berlino, l’instancabile, agguerritissimo? Primus inter pares (come fu il suo collega in
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in Francia.
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castigarsi del pericolo del giuoco tra fumi e fili di luci colorate, come appariva alla Mostra «Italia-Francia» e al «Mogan’s Paint» di Rimini (e quadri
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, perché sembra davvero nato a Parigi; tanto che anche in questa partenza divisionista (Severini andò in Francia nel 1906) egli appare piuttosto come un
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, commovente, sua mostra personale nella Rassegna «Italia-Francia» a Torino. Dalla partenza naturalistica all’arrivo astratto può sembrare che l
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Fu in occasione dell’ultima mostra torinese Italia-Francia che ci imbattemmo in un Dova estremamente sorridente e delicato, in colori rosati e teneri
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mostra «Italia-Francia»; e noi diagnostichiamo come fatti stilistici specchio di una stanchezza o di una distrazione dalle passate ossessioni più
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Un uomo, questo rumeno eccezionale, trasferitosi in Francia nel 1904 dopo un lungo viaggio quasi tutto a piedi, tra i più solitari di Montparnasse
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artistico del conformismo post rivoluzionario in Francia.
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