nei suoi numerosi viaggi e trasmigrazioni per il mondo, l’Europa in tasca: e c’è perfino un pizzico d’Italia nel nome suo, Pougny, ché il nonno era
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un fatto che in un paese dove «per un millennio l’Europa elesse il suo campo di battaglia, fra lotte religiose e sociali, dove repressioni
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non si limitò all’arte minore e applicata: nei numerosi viaggi che fece intorno al 1925 in Europa, nel Nord Africa e più tardi nel Messico, egli ebbe
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, folle, personaggi, animali, oggetti, come se l’Europa da lui traversata in automobile o in vagone letto, fosse tutta a due metri dalle sue tele: ecco
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paese imprecisato che avesse i confini dell’Europa: questa vita impossibile ormai, ma pure così tenace e viva al fondo della sua coscienza, contrastava
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delle ultime avanguardie in Europa, potranno apparire i dipinti di Ziveri dal 1938 al 1950 circa, di taglio piccolo e medio, come la «Donna che si
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Maestri che abbia contribuito a tener saldo il legame della nostra «provincia» con l’arte migliore d’Europa.
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persecuzione, prima politica e poi razziale, degli spiriti più eletti in Italia e in Europa, dentro e appresso il «ritorno all’ordine».
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ugualmente importanti è quello dei rapporti del futurismo col cubismo o in genere coi movimenti di avanguardia nei vari paesi di Europa: secondo noi non si
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romantici si è espressa per altra via, in Siqueiros e in Orozco e nella seconda ondata espressionista prima dell’astrattismo, in tutta Europa.
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che neppure se ne accorge, ma per gli altri membri della famiglia — una sorta di provocazione. Ma come! La Germania è in guerra con l’Europa, l’elmo
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Europa: Man Ray e i suoi amici presentarono dunque al pubblico di New York degli oggetti comuni già bell’e pronti, «ready made», posti in condizione
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, esprimendo tra il fastidio sempre più accigliato del risorgente nazionalismo in Germania e in Europa, la sua incondizionata fede nella fantasia dell
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