più disforme dall'esperienza è “possibile”. In questo senso non v’è antitesi tra l’immaginazione “naturale" del Bernini e l’immaginazione “innaturale
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storica e naturalistica del classicismo. Il fatto nuovo è che, nel Seicento, l’istanza classicistica è posta in antitesi o comunque in relazione dialettica
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L’antitesi è troppo schematica: è vero che il Caravaggio, seguendo l’antico ammonimento leonardesco, non studia gli antichi e cerca di cogliere i
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percepiscono, e sono altrettanto vive, concrete, animate, sicché finiscono per compenetrarsi. La antitesi che si porrà più tardi con la querelle dei seguaci
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Il dibattito sul significato e il valore della storia, o del classicismo, possono ridursi all’antitesi di un’interpretazione positiva o negativa: la
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, che già si definisce per antitesi dialettiche: e quanto alle antitesi Caravaggio-Carracci, Borromini-Bernini, Rubens-Poussin, s’è già visto che il loro
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) superando dialetticamente l'antitesi posta dalla critica contemporanea; integra al tonalismo di Tiziano e al luminismo del Tintoretto il cromatismo
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costume e alla natura morta la gravità, la densità di significato di un quadro storico o religioso. La reazione all’antitesi storia-genere si annuncia
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prima, Rubens la seconda. L’antitesi si fa serrata, dilemmatica, tra Rembrandt e Vermeer: storia senza protagonisti, spazio senza oggetti nel primo
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L’antitesi di universale e particolare, spazio e oggetto, rettorica e antirettorica è superata da Velázquez con La resa di Breda (1634-1635). Lo
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Non è un caso che questa pittura nasca e si sviluppi parallelamente, e in antitesi, alla corrente dei “romanisti” e degli “italianizzanti”: è quasi
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’autorità politica e religiosa costituiscono i centri della vita pubblica. Si trasforma anche il rapporto tradizionale di città e campagna: all’antitesi
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