nature morte, gli specialisti dei fiori, della frutta, della selvaggina, degli strumenti musicali ecc. Non di rado collaborano alla stessa opera e ciò
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che dai “romanisti” fiamminghi. Nel Seicento, il Caravaggio afferma che non v’è maggior difficoltà a fare un quadro di storia che un quadro di fiori
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all’inganno ottico: i fiori su cui si posano le farfalle, i grappoli che gli uccelli beccano, i cibi su cui passeggiano le mosche. Il piacere è dato
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pubblico borghese. Gli oggetti sono quelli della comune esperienza: figure famigliari, ceste di frutta e mazzi di fiori, scene popolari che possiamo vedere
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decorativo, per esempio nelle tarsie; le ghirlande di fiori e di frutta del Crivelli non hanno che un rapporto indiretto con le figure rappresentate
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natura morta con il concetto di mimesi e evidente: in moltissimi quadri vediamo farfalle o uccelli posarsi sui fiori, mosche sui piatti o sui cibi, topi
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o i vasi di cristallo possono significare la Vanità, i fiori la Caducità, gli strumenti musicali l’Udito, ma subito quel significato avventizio
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natura morta fa l’elogio di beni “ artificiali": cristalli, argenti, peltri, stoffe, cibi, e i fiori sono recisi e disposti come nella vetrina del
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particolare messo a fuoco con tanta intensità che pare di toccarlo: un cesto di frutta, un mazzo di fiori, animali, oggetti inseriti con accento
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sopravvivere, in forme mitigate, di modi di culto pagani che riducono gli atti all’offerta di frutti, di fiori, di oggetti votivi. L'architettura e la
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invase dalle figure in movimento, da ciuffi di verde e di fiori, da nuvole. Nei dipinti della Galleria Farnese la natura entrava soltanto come
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