senta la natura con una commozione anche sensoria: infatti la esprime con i colori intensi della grande tradizione tizianesca. Ma, per lui, la natura
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non può partire che dalla pittura. È una superficie colorata su cui i colori costruiscono uno spazio certo, misurabile, ma impraticabile: come quello
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principio universale: non la vediamo “in se”, come Claude, ma soltanto nelle innumerevoli cose di cui accende repentinamente i colori. Poiché le cose
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sono accampati sempre nello stesso ambiente basso, scuro, fumoso, che toglie ogni splendore ai colori. è fin troppo facile contrapporre queste scene di
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a ottenere lo stesso grado o livello di luce mediante tutti i colori del quadro. Riassorbono, cioè, tutti i valori quantitativi in un rapporto
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bello formale. Il bello non è più una forma ben definita nei suoi contorni, nelle sue proporzioni, nella sua plastica, nei suoi colori, ma l’immagine
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libera e se ne valgono per ricoprire gli edifici, all’esterno e all’interno, di una profusione di colori, di oro, di immagini che spesso tradiscono il
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