Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'Europa delle capitali

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Argan, Giulio 16 occorrenze

motivo o sollecitazione all’agire, esso è insoddisfazione della condizione presente: vogliamo entrare più profondamente nella situazione che ci occupa

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l'opposto delle composizioni movimentate e drammatiche. Ci si richiama perfino alla compostezza dei primitivi e, seguendo in questo il Vasari, si invoca l

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: è quindi storico e naturale, perché ci dà il “naturale” sviluppo dei fatti, mentre il realismo, malgrado la protestata fedeltà al vero, è astorico e

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è il processo dell'immaginazione e oltre la vita ci si può spingere solo con l'immaginazione; è ostentato nei solenni, teatrali apparati funebri, che

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occhi vedono quello che la coscienza vede, quindi la percezione ci dà la struttura, la spazialità della coscienza. La pittura è il processo della

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la pittura rappresenta il maximum di questa facoltà. Ci sono figurazioni, talvolta meno minuziose e precise, che piacciono per il modo con cui sono

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potere ci si sottopone più per gli altri che per se stessi. L’ambiente è piuttosto un alone, un'aura, che uno spazio definito: è formato di poche

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che contenga le cose, ci sono soltanto le cose, e la loro animazione determina lo spazio, o quanto meno un'estensione infinita. La luce non è più un

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svilupperanno, dal loro punto di vista anche professionalmente borghese, questi due temi intrecciandoli. Ci faranno sapere quel che s’incontra uscendo

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ridicolo: non vale di meno, anzi è più vero perché di fronte ai misteri che ci trascendono la sapienza dei filosofi non vale più delle massime degli

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se noi non ci fossimo. La condizione, il prezzo dell’esistenza dell’oggetto è la fine del soggetto: solo così si eliminerà ogni ambiguità e la realtà

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oggetti, aggregati secondo certi criteri di affinità; vi sono, più precisamente, cose che ci servono e cose o strumenti che ci aiutano a servircene. Lo

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: c’è l’art de persuader, ma occorre che accanto ad essa ci sia l’art d’agréer, l’arte cioè di disporre l’animo e la volontà ad accettare come

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’immagine, in se, non è né buona né cattiva, ma ci si può servire delle immagini per un fine buono o perverso. Non è questione di vero e di falso, ma di

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Madonna, dei Santi (non dimentichiamo che ci si rivolge anche a popoli originariamente politeisti, idolatri) e una nuova, semplice, diretta simbologia

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quotidiano della vita ci illude della beatitudine eterna dell'al di là. L'arte del Seicento vuole agire nell’ordine morale molto più che nell’ordine

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