sorte; forse ( secondo una delle nostre ipotesi) voleva dire "mangiare", o "pane"; o forse "carne" in boemo, come sosteneva con buoni argomenti uno di
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qualche ora dopo, all' alba. La cabina era vuota. Il telegrafista mi vide alzare il capo, e mi pose accanto, a terra, una gigantesca fetta di pane e
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ripensa, un bel giorno ho pensato che, licenza o mica licenza, se volevo guadagnarmi il pane bisognava che mi mettessi in proprio. _ C' era la guerra
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preoccupavano le risibili scorte alimentari assegnateci dai russi: un po' di pane, e una scatola di margarina di soia per ogni vagone. Era una margarina
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angoli riposti: non avevano cercato salute nella fuga. Ci videro, e alcuni fra loro mossero verso noi con passi incerti da automi. Ci chiesero pane: non
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controlli né turni né code, e subito arrivava la processione dei cucinieri volontari, con vivande sorprendenti, pane e tè. Durante il nostro breve
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. Ricevevamo un chilo di pane al giorno: pane di segala, poco lievitato, umido e acido: ma era molto, ed era il loro pane. E la "kasa" quotidiana era la
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martello, piegava e ribatteva lamiere nelle forme che i coniugi desideravano. Non chiedeva compenso, ma accettava doni in natura, pane, formaggio, uova; così
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pungente dell' illecito, scambiammo con Flora qualche frase furtiva: ci facemmo riconoscere come italiani, e le chiedemmo del pane. Lo chiedemmo un po
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pazienza. Ricevemmo un giorno pane e salsiccia in abbondanza, e tutti respirarono: poi, grano per una settimana di fila, come se fossimo galline. Soltanto
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e vendere per pane; e non ha cessato di visitarmi, ad intervalli ora fitti, ora radi, un sogno pieno di spavento. È un sogno entro un altro sogno
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