Basterebbe quest'uso prospettico di architettura appiattita a intenti coloristici per porre le relazioni immutabili fra Bellini e Piero.
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di bruno, su cui s'impastano il blu-verdastro e il rosso-granata della Vergine: accordo talmente gradito a Piero.
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mirabilmente uniti, ne aveva astratto la parte monumentale per portarla all'assoluto. Bellini dovette allora risalire alla sorgente: Piero. Vi ritrovò un
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veramente a qualcosa di analogo all'Umbro, poiché anch'egli attraverso Antonello, combina Piero e Mantegna, come Signorelli Piero e Pollaiolo!
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Fu Piero del Borgo tuttavia, col suo sintetismo prospettico, a stendergli così la trama degli accordi coloristici come la cubatura dei rapporti
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Come pittore, tuttavia, egli sviluppò Piero nei riguardi dell'intonazione, nella pressione atmosferica sulla materia del colore, ciò che d'altra
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Piero della Francesca, anche lui ha parecchie cose al Museo Campana.
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Manet adunque alla National Gallery con Piero della Francesca, con Leonardo, con Velazquez. Vi è presentato con una delle sue opere più classiche, se
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«Perché - diceva Piero dei Franceschi nel suo Trattato della prospettiva - la pictura non è se non dimostrationi de superficie».
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Il Witting ha creduto di dover interpretare Piero soprattutto come pittore spaziale pur riconoscendogli valore di grande colorista: in realtà è
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Il grande merito di Piero fu infine quello di comprendere che era necessario arginare il serpeggiamento funzionale entro inesorabili tubature
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Così, a un dipresso, lavorava Piero.
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Che avvenne allora nell'Italia centrale dove si suole localizzare la scuola di Piero?
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Eppure quale fu la sorte di Piero nel corso della pittura italiana, o, almeno, quale apparve fin qui?
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Melozzo troppo aderente alla vita e alla bellezza fiammante per esser puro artista interpreta psicologicamente lo squadro monumentale di Piero come
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Lorenzo da Viterbo è forse il più vicino a Piero dei tre, ma anch'egli non ha tanta forza da sottrarsi all'elasticità di un contorno più vibrato e
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l'arte di Piero tenta di fruttificare: Ferrara.
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Lo stesso, o almeno qualcosa di analogo doveva avvenire quando il colorismo di Piero giungesse a Ferrara. V'è un alto e basso della sua influenza
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Tale, esposta in brevissimo scorcio, è apparsa fin qui la sorte dell'arte di Piero del Borgo.
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raffinata che in Piero?
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raffinato che in Piero?
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Si dovrebbe realmente concludere, e sarebbe conclusione tragica, che lo stile di Piero dopo essere arrivato alla pura forma e al puro colore, si
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Se, tuttavia, la storia stessa non ci assicurasse che anche Piero ebbe continuatori non dispregevoli: Antonello da Messina e Giovanni Bellini. Per
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Frattanto in Emilia i Lendinaresi verificavano alla lunga la profezia di Donatello a Paolo Uccello ponendo Piero in tarsia e dimostrandone per ciò
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semplicemente la loro sintesi a priori: Piero.
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Piero.
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Pertanto Antonello non poteva che riprendere la prospettiva dove la trovasse portata al suo sviluppo migliore: in Piero.
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Quanto alla sinistra Piero doveva esser giunto a qualcosa di simile se vediamo ch'essa posa sul parapetto in modo assolutamente identico a quella del
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D'altra parte queste necessità dànno al tipo del Cristo una complessione che non si può ravvicinare che alla testa del Cristo risorto di Piero. Nel
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Piero, sia che opere di Piero giungessero a Napoli come certo vi giunsero opere della scuola e specialmente della bottega d'Antoniazzo, sia che il
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In totale poi il gesto medesimo - la mano cioè che deve servire a misurare l'asse centrale della figura - è prospettico e desunto da Piero; che cos'è
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secondo le forme del Rinascimento, ciò dimostrava che probabilmente aveva trovato queste forme a Napoli; esse erano naturalmente derivate da Piero.
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Vergine con le mani incrociate sul petto (vedi Melozzo, Palmezzano, Giovanni del Sega *, Cossa, scuola di Piero a Perugia, ecc.), e nell'angelo dai panneggi
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volume dell'occhio, effetto amato da Piero, nella Vergine una tendenza a sferizzare l'ovoide di Piero che si manifesta ancora nell'ampia fronte, nelle
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Anche la Madonna dalle mani incrociate nel petto riprende la posa dello stile di Piero, e la mano stessa con le dita mediane assai più lunghe del
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Piero agli Uffizi? Antonello ha dato alle teste posa più struttiva di quanto non appaia in Piero; ciò è determinato dal fatto che Piero si trovò
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forma architettonica deliziata di colonne cilindriche, includeva un gruppo monumentale nel tutto e in ogni parte: e le sfere di Piero decoravano
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Le relazioni profonde del San Sebastiano sono invece con Piero. A lui si richiama la profonda ambientazione con edifici per asse prospettico ad
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Ciò che gli fece scegliere piuttosto questo lato dell'opera di Piero fu, ripeto, il suo fondo psicologico fiammingo, che voleva non un parco
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Ad Antonello adunque era toccato di dimostrare il lato plastico dello stile di Piero, e ciò l'aveva condotto verso un'apparenza più scultoria che
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prospettico di Piero, quella che riguardava le possibilità architettoniche impresse alla figura dallo squadro prospettico.
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Ritorniamo piuttosto alla pittura per dire che se l'attuazione plastica di Antonello era sviluppo, ma anche, in certo senso, deviazione da Piero, ad
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Ma se vediamo che una infiltrazione sotterranea dello stile pittorico di Piero avviene in Bellini fin dal suo primo periodo, il vero rinnovamento
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Solo Piero gli poteva offrire, sia pure giungendogli mediatamente, qualche occasione di rinnovamento, lo poteva dotare di un senso per la sostanza
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piani di Piero, anche questo mutamento di Giovanni Bellini deve riferirsi a quel tanto di infiltrazione di stile umbro-toscano che era permeato oltre
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in Piero, e secondo Piero si modificano in parte anche i tipi che si fanno di squadro facciale più robusto e pianeggiante, abbandonando i tipi
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nastro bianco della strada, caro a Piero: contro il cielo gli alberi imprimono la loro massa, frondosi: e qualche cespuglio si decalca sul terreno
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Essa, come è stato notato, «è tutta luce» e questa intensità d'intonazione aurata luminosa non poteva venirle che da Piero, le cui relazioni con
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], un complesso che ci richiama invincibilmente al San Gerolamo di Piero a Venezia, anche nel tipo del santo. Certo la grandezza coloristica
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Antonello i cui seguaci usano di preferenza uno spazio cubico, e molto più probabilmente a Piero che l'aveva appreso da Domenico Veneziano, o alla
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