Nell'anno 1630 ebbe luogo in Roma una gara artistica oltremodo interessante: dodici quadri furono commessi dal Re di Spagna ai dodici artisti che
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mente di un giovine non partecipe ma spettatore della gara romana del 1630: Velazquez.
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Si potrebbe dunque cominciare da un sopravvissuto: il cav. d'Arpino. Egli non espose l'opera, né si sa con che partecipasse alla gara; ma la più
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gara cui partecipò con la Piaga dei Filistei, aveva per buona sorte copiato troppo recentemente i putti dei Baccanali di Tiziano a Villa Ludovisi, per
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egli partecipa alla gara del 1630: La Divina Provvidenza, il giudizio del Sandrart ci pare finissimo, inappellabile: «ubi ingenii profunditas atque
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Se il Baccanale di Stanzioni al Prado è l'opera ch'egli intendeva presentare alla gara del 1630, come pare molto probabile, noi possiamo desumerne le
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famosissimi ch'ei dipinse a gara e che il Sandrart commenda. Ma come il saria del San Lorenzo che fa limosina a' poveri, copia in picciolo del mio caro
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