disegno fiorentino era stato distrutto a Firenze quando Santi di Tito espandendo la specializzazione ritrattistica di Bronzino a un onniritrattismo
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prelibati di Venezia, sgraffe di movimento insinuate da Firenze, ma non senza esser prima passate nelle raffinerie di Parma, pillole infinitesime di
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più dappresso a quello di Firenze.
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secenteschi milanesi; Bernardo Castello fa quasi altrettanto a Genova; il Vannini a Firenze, da schietto Stenterello, rimbrotta il dipingere alla boccalina
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bolognesi in un'orbita che oscilla, come è noto, ora verso Firenze e Parma ora verso Venezia; ora verso il buon disegno, ora verso il bel colore, o il
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collezione privata romana, e un Fatto di San Carlo Borromeo nella raccolta del Cecconi, a Firenze*.
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Il Fatto di San Carlo Borromeo presso il Cecconi di Firenze, anch'esso senza attribuzione precisa, è una bella dimostrazione di come gli artisti
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tutti i toscani del tempo; infine, il tipo della giovane a sinistra prepara chiaramente quello delle Giuditte di Firenze e di Napoli.
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Ecco per esempio la Giuditta con la fantesca della Corsini di Firenze [figura 129]! Senza dubbio l'interesse centrale è nello studio di panneggio
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Questo apparire di inflessioni toscane nella pronuncia pittorica di Artemisia potrebbe significare l'andata della pittrice a Firenze; che dovette
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E si studiò infinitamente Artemisia di fare una grand'opera nella Giuditta che uccide, anzi che scanna Oloferne in due esemplari grandi (Firenze
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Difficile è stabilire, di sulla traduzione per stoffa conservata nella Galleria degli Arazzi a Firenze, se appartenga a questo periodo la grande
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piccoli fatti di importanza: viaggi forse frequenti dei Gentileschi a Firenze; e soprattutto dei giovani fiorentini a Roma; formazione di soggetti
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accademica di Santi di Tito viene continuata a Firenze dalla catena che da Matteo Rosselli, per Vignali conduce a Carlino Dolci, il quale smalterà alla
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Quello che avveniva fra i Toscani in Roma, verso il 1615-20, si ripercuoteva a Firenze con grande esattezza: sicché nella decorazione della facciata
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con delizia a tutti indistintamente i toscani operanti verso il 1620, con abbonamento alla messaggera Roma-Firenze e viceversa.
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contro Firenze.
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L. DAMI, Siena e le sue opere d'arte. Firenze, Lumachi, 1915 (in: 'L'Arte', 1916, p. 360-65).
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briciola - il senso vero dello stile e dell'arte. Van der Goes a Firenze, Ribera a Napoli, Rubens a Genova sono tali flagelli implacabili da paragonarsi
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Il Ritratto d'uomo a Berlino, già esposto alla Mostra del Ritratto a Firenze, e prima attribuito al Velazquez, non ha a che fare col Crespi, né con
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del Battistero di Firenze, poi ancora nella terracotta del Museo di Berlino, pare finalmente risolto nell'opera di Como. Essa è come
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costume pletorico del Wulff - allargare le proprie indagini a quasi tutto lo sviluppo della scultura del '300 in Firenze. Il W. si sofferma parecchio
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schiera intorno agli Zuccari. Lavorò dapprima a Firenze fra gli allievi del Vasari, e venuto a Roma, dopo il 1572 attese fra l'altro al grande ciclo
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la Fuga in Egitto di Vienna, la Natività Czernin, due quadretti a Venezia; uno della Corsini in Firenze attribuito a Caravaggio; ancora uno sforzo e il
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in Firenze: Andrea, Domenico, Paolo Uccello e Piero; più tardi anche di Alessio Baldovinetti. Ed è convincente, per più motivi, la congettura del
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M. MARANGONI, Valori mal noti e trascurati della pittura italiana del Seicento in alcuni pittori di «natura morta». Firenze, Olschki, 1917 (estratto
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pittorica, sono pubblicati i Due cavoli ch'io trovai a Milano due anni fa e donai al Cecconi di Firenze; e si tratta veramente di capolavori, ma di
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Ne parlo perché se nella schiera più rigoristicamente formale del Cinquecento, operante a Firenze, l'anticristiano è portato rispettabile, sacro di
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Il Signor Abate Luigi Lanzi - Firenze
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le novelle del Franceschini di Firenze al cui stile è più addetto vedendovisi non so ché di Cortonesco nell'accordo, e nel tingere. Non più oltre de
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poteste ragguagliarmi sulla conformità o meno con questa, della tela di egual soggetto che della nostra pittrice mentovate in Firenze, presso il Nob. Uomo
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di galanteria conforme di stile al Figliuol Prodigo che avete in Firenze; stile che dee essere il suo primo, non furioso per anco né così ricco come
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questo o quel problema. Firenze, 1 gennaio 1959.
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249. La Circoncisione. Firenze, Coll. Corsini. Negavo anche questa, e nella seconda edizione comparve infatti solo come «attribuita». Non ero alieno
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490. Amore e Psiche. Firenze, Uffizi. Proprio in quei giorni il Voss lo restituiva al Crespi bolognese.
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545. Il Figliuol Prodigo. Firenze, Galleria Corsini. Nella seconda edizione si aggiunse «replica», ma io avevo proposto «copia» ricordando la
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, e cioè i:l Giovane che legge (Firenze, Coll. Contini) era stato da me proposto come esempio sicuro di Giovanni Sorbi che vi dà il ritratto del
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Salvo il 757 (opera giovanile) nessun numero, neppure quello aggiunto (757 A) dell'Offerta ad Amore (Firenze, Coll. Corsini) sembrava sicuro del
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soltanto anni dopo mi risultarono del Benefial per il quadro Ferroni a Firenze]; il Santo Monaco (816), assai bello, della Coll. Battistelli a
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855. La congiura di Catilina. Firenze, Casa Martelli. Mi tornava copia dal dipinto delle Gallerie.
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910 (seconda edizione). Uomo che suona il liuto. Firenze, dott. Giuseppe D'Ancona. Assai bello. [oggi mi pare orientabile verso Mattia Preti].
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893. Nascita della Vergine. Firenze, Accademia. Di un anonimo fiorentino fra il '5 e il '600 [recentemente è stato affacciato, per ipotesi, il nome
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enigmatico era il quadro con la Sacra Famiglia (958) del Prof. Grassi a Firenze. [Soltanto pochi anni dopo mi avvidi che apparteneva al fiorentino
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dal senso religioso degli ultimi anni, ad abbandonarsi allo stile pittorico delle ultime opere: Pietà Rondanini, Pietà del Duomo di Firenze, disegni
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parte l'Adone di Firenze, prende in considerazione persino l'Eros di Torino pur non accettando la dimostrazione del Lange. Di Michelangelo sono anche
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pittorello bolognese Francia:«va al bordello te e 'l Costa che siete due solennissimi goffi nell'arte». Nell'arte. Per che, Michelangelo ch'è di Firenze
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- indipendentemente da ogni anello storico - come grande colorismo a Venezia. Eppure esso nacque dapprima a Firenze nel primo ventennio del Quattrocento, quando alcuni
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Inutile cercare a Firenze dove il colorismo gotico dopo aver lanciato le ultime occhiate dal filo nervoso delle palpebre di Baldovinetti, salvo
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Firenze quale si manifestava in Pollaiolo. Non volendo egli tuttavia abbandonare le forme del maestro 'si contenta di sfaccettare.in molti 'Piani le
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interessanti drammi della storia pittorica italiana: il dramma su cui a Firenze era calata la tela troppo presto, con Baldovinetti.
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