Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbandonare

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La freccia d'argento

212141
Reding, Josef 1 occorrenze
  • 1956
  • Fabbri Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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Esasperato, Alo cerca di costringere l'altro, con una doppia presa alla nuca, ad abbandonare la lotta; ma quello riesce sempre a sottrarsi alla stretta e tenta con le mani di abbrancare il collo di Alo per soffocarlo. La lotta ha vicende alterne: una volta è Alo che ha il sopravvento e un'altra volta è il suo avversario. Ecco lo spilungone che punta un ginocchio sul petto di Alo... Infine Alo, con uno sforzo disperato, riesce a sollevarsi e a liberarsi dell'avversario: ora ha la testa del perticone sotto l'ascella e stringe forte, sempre più forte! Quello mugola per il dolore; ma non mugola soltanto: Alo non può accorgersi che il suo nemico, con la mano libera, si fruga alla cintura. E in quella mano ora luccica qualcosa: un pugnale! Il pugnale che manca sotto il vessillo della banda del Nord. Chinato com'è, lo spilungone distende perfidamente il braccio per prendere lo slancio e piantare la lama nella schiena di Alo... Ma proprio all'ultimo istante il pugnale gli viene strappato di mano. Quello non può girarsi e quindi non sa chi sia improvvisamente intervenuto... Alo non si è accorto del pericolo corso: con energia sempre maggiore stringe col braccio la testa dell'altro. Allora questi trova una scappatoia alla sua disperata situazione: affonda i denti nel braccio di Alo, attraverso la stoffa della tuta. Per il dolore lancinante Alo allenta un attimo la stretta, e tanto basta perché l'avversario gli sfugga. A balzi felini quello vorrebbe uscire dal capannone, scavalcando il groviglio di coloro che ancora si battono, ma il Segantino, che è finalmente riuscito a farsi largo e a scrollarsi di dosso gli assalitori, quando vede che il mascherato sta per raggiungere la porta, gli scaraventa con un tiro ben aggiustato il suo bastone nodoso fra le gambe, facendolo cadere bocconi. Quello si rialza però subito e scompare nella notte. I suoi complici, quando si accorgono che il capo se l'è data a gambe, si danno anch'essi a fuga precipitosa, mugolando e zoppicando. Solo ora i crociati, esausti, possono finalmente occuparsi di Mikro e Makro, che, strettamente legati e imbavagliati, si rotolano per terra davanti al capannone. Tagliati i lacci, strappati i bavagli, i due possono raccontare con frasi mozze come vennero sopraffatti. Essi tenevano d'occhio soprattutto il sentiero, mentre gli aggressori non eran

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