quasi, di essergli straniera; non deve dare l'impressione di pensare ad esso; i suoi atteggiamenti non debbono perdere la spontaneità; non deve farsi
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incontro a molestie. Ma oggi chi oserebbe dar noia a una donna che vada veramente per i fatti suoi? Senza dire che qualsiasi donna, sol con uno sguardo
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l'uomo ambizioso, posseduto dalla febbre di dominare sui suoi simili, non guarda a mezzi, pur di « arrivare »; ed è costretto a transazioni frequenti
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superiore di salutare un inferiore; come il superiore eviterà di affidare all'inferiore i suoi saluti per qualcuno. Non sono convenienti i poscritti nelle
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suoi classici, come il Locke e il Rousseau, aveva finito per travasare tutta l'autorità nella libertà, e praticamente aveva esaltato il gusto romantico
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pare, la stessa differenza che tra un fiore di serra, dalle tinte delicate, e un fiore di giardino, che attinse direttamente i suoi colori dal sole
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nei programmi ufficiali, per quanto ottima cosa sarebbe che un posticino ve lo trovasse; ma se ogni insegnante esamina i suoi ricordi piú o meno
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avvicinano successivamente parecchi, chi per salutarmi, chi per chiedermi qualche cosa, proseguendo poi ciascuno per i fatti suoi, o andando a sedere
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interesse, lo abbia trattenuto da qualche passo sbagliato, o lo consigli intorno a suoi eventuali difetti. Non essere avaro nel far piccoli favori
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ricordarsi della restituzione, di non prestare libri che non sieno suoi, di comprarli, se perduti, o sgualciti, o macchiati, per renderli. E pensare che c'è
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ironico o aggressivo nella discussione. Nel fare o nel ricevere visite, una signora deve indossare i suoi vestiti piú... discreti, né deve per prima
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che esse rimangano pur sempre donne, donne degne di questo nome? Nessuno mette in dubbio che « ognuno ha i suoi gusti e che i gusti degli altri vanno
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ripugnerebbe stringere una mano che fosse, sotto i suoi occhi, delicatamente, mollemente scivolata su una impomatata capigliatura? Ed ecco anche
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mai l'impossibile, rimproverandogli l'incapacità a soddisfare i suoi desidèri. Sarebbe crudele, oltre che ridicolo, chiedergli, per esempio, una
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, fatuamente edonistica, ma la vita reale, di tutti i giorni, con i suoi culmini e i suoi avvallamenti, con i suoi trionfi e con le sue immancabili
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critico per giudicare puerili e sgrammaticati i versi, - non piú dei suoi - ma incoraggiò la propria vanità col credere che la musica fosse migliore
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zoppo, con altri suoi amici, si permetteva di eseguire sotto le finestre di casa. Era un uso locale, abbastanza antico sebbene del tutto diverso da
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quella, e il sole, che sbaragliava le ultime rocciose nuvolette e splendeva alto sui monti, dorava il foglio dove lei scriveva e lucidava i suoi
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dalla forza ingenua e nello stesso tempo vigorosa del suo racconto, dalla sua prosa scorretta e primitiva eppure efficace, e dall'evidenza dei suoi
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rumore di un passo di cavallo: Andrea. Cosima sentiva voglia di appoggiarsi al muro e piangere: in quel momento avrebbe rinunziato a tutti i suoi sogni
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suoi padroni, nella schiera dei Patriarchi. Da venti anni era al servizio della casa, e altri venti ne doveva trascorrere. Aveva allora trent'anni; era
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trovava un vivo argomento ai suoi nuovi racconti. La vita le sembrava piatta, incolore, sebbene invece dentro di lei sentisse muoversi un dramma di
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dura come la facciata di una grotta. Al contatto della piccola mano, egli rabbrividí, come per il solletico: i suoi occhi ebbero di nuovo un balenio
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cordicella attaccata fra due pali, che appunto serviva al vecchio per asciugare i suoi stracci, poi rientrò nella casetta e cominciò a preparare le cose
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insieme, nitidamente, l'avventura di quel giorno e i suoi propositi eroici di non profittare mai del tesoro equivoco di Elia. Si vedrebbe se era una nana o
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, spregiudicata, allegra e lingua lunga. Trovava il lato ridicolo di tutti, cominciando da Cosima, e i suoi giudizi sul prossimo erano spietati. La madre le
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il viso di baci: i suoi occhi di un azzurro di porcellana erano stillanti di lagrime che le colavano sul naso aquilino e si confondevano con la saliva
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essendoci questa si contenta di tirar giú il canestro dei servi e rosicchia coi suoi forti denti il pane duro e una crosta di formaggio. Nanna gli va
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fratelli, uno studia a Cagliari, l'altro, ormai capo-famiglia, passa i suoi giorni tra gli affari, sempre a cavallo attraverso le nostre grandi tenute
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giusto della regione: ma egli era troppo occupato nei suoi affari, spinto dal bisogno di assicurare una solida agiatezza ai figli, per potersi dedicare
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lontano, mentre i suoi servi continuavano il viaggio col gregge. Il dolore piú grave opprimeva la ragazza: avrebbe voluto raggiungere il fidanzato, ma
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: c'è un lungo palazzo signorile, che con le sue logge e i suoi cornicioni forma la meraviglia di Cosima; c'è, piú giú, il caffè con le porte vetrate
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uno dei suoi gigli sciupati dal vento. Ma il giovane parve immediatamente emendarsi. Dichiarò che non voleva proseguire inutilmente gli studi, e
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casa del signor Antonio e chiese di parlargli. Egli la ricevette nella stanza dove sbrigava i suoi affari, e le domandò benevolmente che cosa desiderava
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, quando ancora si viaggiava da una città all'altra a cavallo, e aveva portato i suoi libri e le sue provviste entro le bisacce come un pastore o un
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attardarsi con le ragazze. I suoi discorsi le interessavano: per lo piú egli riportava le notizie
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, l'orgoglio punto dalla persistente ostilità della famiglia di Enza, lo rendevano cupo e nervoso. A volte i suoi occhi erano venati di rosso, e la
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madre e delle sorelle. Dopo quelle ultime vacanze, verso ottobre, parve svegliarsi dal suo malefico incantesimo: preparò i suoi libri, disse che avrebbe
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si occupava adesso dell'amministrazione dei beni lasciati dal padre, traendone, è vero, molto profitto per sé e per i suoi divertimenti; ma leggeva
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resto, durante tutto il tempo del banchetto, e pareva una estranea, sulla sua sella ricoperta dal drappo arcaico della bisaccia, coi suoi grandi occhi
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arrivata. Ma non era ambizione mondana, la sua, non pensava a Roma per i suoi splendori: era una specie di città santa, Gerusalemme dell'arte, il luogo dove
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pugni sulle ginocchia. Egli le respinse, preoccupato solo per la piega dei suoi pantaloni, e non avrebbe neppure smesso di leggere senza la presenza
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non è un proprietario o un funzionario come converrebbe a lei. La bambina sul portone, sa queste cose, e considera i suoi vicini di casa come personaggi
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s'inginocchiarono sulla pietra e si protesero a bere nella fontana: e nel piccolo specchio d'onice dell'acqua in ombra Cosima vide i suoi occhi che le
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fuori in campagna, e Santus dorme uno dei suoi soliti terribili sonni, ella si slancia nel mondo delle sue fantasie, e scrive, scrive, per un bisogno
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