gruppi, che parlavano sotto voce e pareva fossero in aspettazione di qualche cosa che doveva apparire dalla cantonata della chiesa di San Rocco. La
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e rumoreggiavano i tuoni, che l'eco della roccia prolungava paurosamente. Si era messo a piangere zitto zitto, pensando alla sua mamma, rannicchiato
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disperazione della mamma. Appena alzato da letto, ella gli lavava la faccia, lo pettinava tra gli strilli e i guizzi dell'insofferente, e poi - come
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per la manica della giacchetta, lo fermò; e rientrò nello stallatico. Cuddu non rispose. Appoggiò le spalle allo stipite del portone e rimase là a
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, ma non gli sembrava mai sufficiente. Avrebbe voluto aver là uno dei cannelli della fonte di Ràbbato, dove le acquaiole andavano ad attingere l'acqua
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! E, preso il rotolino che aveva in mano, se lo appoggiò dalla parte della cresta alla spalla e fece atto di sparare... Bum! - Oh! A far le buffonate
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interminabile, senza che egli riuscisse a capire dove arrivava. E poi, dai discorsi di quei della Squadra, che parlavano di soldati, di fucilate, di
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Erano partiti prima della mezzanotte, col lume di luna. Andavano serrati, in silenzio, quasi temessero qualche brutto incontro. Si sentiva ancora il
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, lontano, a riprese, un crepitìo di fucilate che somigliava al rumore dei mortaletti sparati a Ràbbato per le feste della Madonna e dei Santi. Gli
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- Vieni con me; non ti sperdere. Hai mangiato niente? - Niente. Se ne accorgeva ora, alla domanda del suo 1 compaesano della Squadra, che, presolo
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del piede quale fosse la piastrella vincitrice, e passava oltre, ruminando in testa i conti della perdita di quei giorni in cui lo stallatico era
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quell'antenna?... Più guardava e più si sentiva invadere da meraviglia e da stupore! Appena, di tratto in tratto, dava un'occhiata a quei della Squadra, che
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che cosa potesse significare una medaglia. Di medaglie egli conosceva soltanto quella di rame della Madonna, che era attaccata alla coroncina del
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alto. Cuddu cominciava a pentirsi della sua scappata, anche perché sentiva in fondo allo stomaco un certo languore a cui non vedeva in che modo
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cattive serate invernali, mentre pioveva a dirotto e il vento, ululando, scoteva la porta e l' imposta della finestra. Visto apparire su la sporgenza
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che si saliva, per via della luce proveniente dall'alto. Cuddu fu meravigliato vedendo che la buca, sembratagli da giù piccolissima, era più larga di
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altre grotte della roccia dove si poteva entrare scendendo di lassù, ma col pericolo di rompersi il collo. Vi andava lo zi' Mèusa che, attaccato ad una
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n'accorse e gli accorciò le cigne di esse. Così Cuddu poté seguirlo svelto tra le macchie, pei sentieroli della vallata che salivano e scendevano mezzi
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ruscello che rumoreggiava tra i sassi e sembrava più grosso là, vicino alla gran gora, dove precipitavano dall'alto della roccia le acque correnti dei
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guardava con terrore il sole che abbassandosi verso le rocce di rimpetto, laggiù laggiù, rendeva prossima l'ora della partenza pel paese. Un gran
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della camicia con le proprie mani. - Bada di non perderla! Cuddu fece una mossa orgogliosa con la testa, che significava: - Per chi mi avete preso? Era
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gran pensiero fino a che non lo vedeva ritornare, dopo che Cuddu le aveva raccontato la storiella della lettera riposta tra la pianta del piede e la
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, blanda; ma un po' di vento si era levato, che gliela spingeva in faccia, non ostante la gronda della mantellina, e gli dava noia. - E se non trovo
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- Chi ruba sarà fucilato... Chi ferisce o ammazza sarà fucilato... - Morte ai birri! - si sentì gridare da un angolo della piazza. - Morte a nessuno
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della matassa, per accorrere fuori alla chiamata di uno dei. figli del falegname che lo volevano compagno a qualche lor giuoco. - Mamma, torno sùbito! E
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il comando della ragazzaglia, e la sgridava anche lui come l' istruttore; i suoi militi però marciavano assai meglio di quegli altri in fondo alla
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, con le masserizie ammonticchiate in un canto della via. Un formicolìo di persone atterrite che gesticolavano, gridavano, si sbandavano... E scoppi di
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domande lo imbarazzavano. Ripeteva sempre le stesse cose, già un po' invanito della gran curiosità destata e della carezza di Garibaldi. - Mi disse: Vuoi
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